Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), riunito in seduta plenaria in data 25 luglio 2018, ha espresso a larghissima maggioranza, un solo voto contrario dell’ANP – un importante parere autonomo sui percorsi di “Alternanza Scuola Lavoro” (ASL) che è stata introdotta in via obbligatoria con la legge 107/2015 per un numero di ore pari a 200 nel triennio dei licei e di 400 negli istituti tecnici e professionali.
Lo scopo è stato quello di indagare i punti di interesse e di criticità introdotti dalla legge 107/15 (anche con riferimento alle esperienze pregresse) e di verificare l’adeguatezza della sua attuale impostazione rispetto alle finalità generali dell’Istruzione. Per questo il parere è stato predisposto dopo aver acquisito il contributo dei rappresentanti del MIUR, di tutte le associazioni studentesche, di alcuni enti di ricerca e infine di esperti del settore.
È stata anche predisposta una scheda finale con il quadro normativo e legislativo sull’argomento.
Nel proprio parere il CSPI ha innanzitutto evidenziato le cause che hanno prodotto numerose esperienze negative per alunni e docenti, anche se non sono mancate alcune esperienze di valore.
Le principali criticità sono:
1. l’obbligatorietà;
2. le risorse non adeguate in termini economici e di personale;
3. l’assenza di una adeguata formazione del personale scolastico che avrebbe dovuto attuare le novità;
4. il mancato supporto organizzativo alle scuole che hanno dovuto farsi carico di programmare le attività con i soggetti ospitanti del territorio (Aziende, Imprese, Enti pubblici, ecc).
5. l’idea che la scuola abbia il compito di preparare gli studenti a possedere abilità immediatamente spendibili nel mondo del lavoro, concependo l’ASL come un’attività al servizio delle imprese.
L’ASL deve invece configurarsi come un’esperienza educativa per gli alunni, finalizzata alla crescita dell’individuo in un contesto ampio. Il parere del CSPI esprime “un nuovo paradigma” dell’ASL, così riassunto: “Occorre intendere l’ASL come una modalità formativa, uno strumento didattico messo a disposizione dei docenti e degli alunni per arricchire e ampliare l’obiettivo primario della scuola che consiste nel formare cittadini critici e consapevoli. In quest’ottica il lavoro può essere considerato come una delle chiavi per comprendere il passato e il presente, per poter rappresentare l’intreccio tra scuola, vita e società. Il tentativo di coniugare nella scuola educazione e lavoro, tra l’altro, può favorire l’aggiornamento dei curricula integrando le attività di ASL all’interno di un percorso didattico ed educativo che deve essere elaborato dalla scuola … Il lavoro rappresenta un’occasione preziosa intorno alla quale creare momenti significativi di apprendimento in cui si incontrano e compenetrano le conoscenze acquisite nelle singole discipline. Il processo educativo del soggetto che apprende, infatti, deve dialogare con tutte le possibili fonti di apprendimento e con l’ecosistema del quale è parte … Il lavoro può essere l’occasione in cui si compenetrano la sfera del pensare e quella del fare; studio e lavoro diventano vasi comunicanti e non devono essere pensati come un ‘prima’ e un ‘dopo’. In questo senso appare addirittura fuorviante il termine ‘alternanza’ a cui sarebbe preferibile sostituire quello di ‘alleanza’, in quanto la qualità dell’insegnamento sta proprio nella coniugazione dell’impianto teorico con l’applicazione delle categorie operative e pratiche, realizzata con l’adozione di una didattica esperienziale, che deve risultare arricchita, e non ‘alternata’, dal percorso dell’ASL . Non esiste conoscenza reale che non sia una conoscenza attiva. ‘Sapere’ e ‘saper fare’ vanno sempre insieme: il sapere deve generare sempre un atteggiamento verso la realtà, altrimenti è una conoscenza statica e sterile. Nello stesso tempo, un saper fare che non abbia uno spessore di natura teorica è un’abilità che invecchia rapidamente, quindi immediatamente consumata”.
Il parere formula alcune proposte concrete che “consegna” all’attenzione del Ministro e di tutti i soggetti interessati:
1. Riconsiderare l’obbligatorietà del monte-ore destinato alle attività di ASL, in favore di una progettazione autonoma delle scuole sia nei contenuti che nel monte-ore complessivo. Si favorirebbe così la sperimentazione di una didattica laboratoriale di qualità, sulla base di obiettivi ed esigenze coerenti con il curricolo.
2. Finanziare adeguatamente i percorsi di ASL, per facilitare sia la partecipazione degli alunni che la collaborazione dei soggetti ospitanti.
3. Monitorare (in modo accurato ed obbligatorio) le attività, al fine di vagliarne la qualità e la validità sul piano pedagogico.
Il CSPI conclude il suo documento con l’auspicio che “l’ASL, così interpretata e caratterizzata, possa rappresentare un’opportunità culturale e di esperienza dei soggetti coinvolti, capace di contribuire a rinnovare metodi di lavoro e modalità organizzative nel campo didattico e, contemporaneamente, occasione per una riflessione profonda sulla realtà del lavoro, sulle sue problematiche e anche sui suoi valori”.
Spetta ora al Ministro dell’Istruzione recepire e valorizzare quanto espresso dal Consiglio.