Nell’anniversario della Convenzione internazionale ONU sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ Assemblea delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con la Legge 27 maggio 1991, n. 176, come non ricordare che alcuni di questi diritti non hanno trovato ancora piena attuazione?
La Convenzione è un documento molto importante perché riconosce, per la prima volta espressamente, che anche i bambini, le bambine e gli adolescenti sono titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, che devono essere promossi e tutelati da parte di tutti.
Fra questi il diritto dei bambini all’educazione (art. 28) che in molti paesi non è ancora riconosciuto pienamente. Diritto all’educazione significa, e questo vale anche per il nostro Paese, aiutare i bambini a crescere e formarsi in una società che li accoglie tutti senza discriminazioni, li accompagna, li sostiene nel comprendere e vivere serenamente anche momenti difficili come quelli che stiamo attraversando per le guerre diffuse in tanti paesi, per la povertà presente anche in Italia, per le emigrazioni bibliche e, infine, per la follia terrorista che sembra avere dimenticato il valore della vita umana.
Le scuole dell’infanzia della FISM hanno sempre accolto tutti i bambini, senza alcuna distinzione di razza, nazionalità o fede religiosa – sono molti i bambini stranieri presenti in queste scuole – e hanno aiutato il loro sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale, come recita la Convenzione ONU agli artt. 27 e 32.
Nella ricorrenza, la FISM riafferma il suo impegno nel contribuire a promuovere una cultura dell’accoglienza, a sviluppare atteggiamenti di rispetto verso le identità altrui, ad affrontare la “emergenza educativa” attraverso un lavoro costante, quotidiano, non esente da difficoltà anche economiche delle nostre scuole dell’infanzia. Si tratta di un servizio importante che le educatrici e gli educatori prestano ogni giorno, con semplicità ma andando a fondo, ponendo attenzione ai bisogni educativi dei bambini, valorizzando le loro potenzialità, sviluppando le attitudini di tutti, e di ciascuno in particolare. E’ un impegno che richiede grande responsabilità e la capacità di suggerire in loro domande, confrontandosi con l’opinione degli altri, degli amici.
La scuola oggi è uno degli ultimi spazi rimasti per poter formare uomini nuovi per una società migliore e allora l’anniversario della Convenzione è l’occasione per riflettere e ripartire, consapevoli che l’educazione è un diritto ed un bene comune, va difesa e garantita.