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Snals - Segreteria Provinciale Milano

SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO LAVORATORI SCUOLA

LE CLASSI POLLAIO

E’ in discussione alla VII Commissione cultura della Camera dei Deputati, in sede referente, la proposta di legge C. 877 “Modifica all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado”, presentata il 5 luglio 2018 relativa alla riqualificazione del rapporto alunni/docenti per la composizione delle classi della scuola pubblica italiana.
Il deputato Luigi GALLO, Presidente della VII Commissione Cultura della Camera, sulla questione delle classi pollaio ha illustrato i dati relativi alla composizione delle classi:

Scuola infanzia:

  • 4899 classi con 26-30 alunni per classe;
  • 88 classi con 31-34 alunni per classe;
  • 212 classi con più i 34 alunni per classe.

Scuola primaria:

  • 4945 classi con 26-30 alunni per classe;
  • 29 classi  con 31- 34 alunni per classe;
  • 19 classi con più di 34 alunni per classe.

Scuola secondaria primo

  • 7251 classi con 26-30 alunni per classe;
  • 65 classi con 31-34 alunni per classe;
  • 15 classi con più di 34 alunni per classe.

Scuola secondaria di II grado:

  • 1310 classi con 31-34 alunni per classe;
  • 267 classi con più 34 alunni per classe.

Ai dati illustrati dall’on. Gallo risponde  il docente formatore e articolista Gianfranco Scialpi con un commento che si riporta di seguito:

Abolizione classi pollaio una battaglia difficile. Una proposta

L’abolizione delle classi pollaio, sarà un’impresa durissima. L’obiettivo sembra irraggiungibile. In mezzo si frappone l’ostacolo delle compatibilità economiche. Una possibile soluzione! Diversamente, chiudiamo le scuole, oppure…

Abolizione classi pollaio, un’impresa titanica

Abolizione classi pollaio. Si sapeva che l’impresa sarebbe stata durissima. In gioco c’è la compatibilità economica, il mantra dell’economia divenuta pensiero e azione del mondo contemporaneo. La conferma proviene dall’avvio della discussione sulla proposta di legge n. 877 ( prima firmataria L. Azzolina).
Da una parte la scuola, posizione sintetizzata nella dichiarazione di L. Azzolina “Ho insegnato nelle classi pollaio, le conosco benissimo. Con un numero inferiore di alunni per classe si potrebbero evitare anche moltissime bocciature”. Su posizioni diverse FI e il Pd.  “Il provvedimento non ha nessuna speranza di essere approvato, considerato che il suo onere finanziario è molto consistente e che la legge di bilancio appena licenziata dal Parlamento ha previsto consistenti tagli al settore dell’istruzione nel prossimo triennio” (V. Aprea, FI); “impossibile da attuare” e soltanto manifestazione di “buone intenzioni destinate a scontrarsi con la realtà dei conti pubblici” (A. Ascani, PD)

La pessima conferma dell’Ufficio studi della Camera dei deputati

La proposta di legge (disegno di legge “Azzolina” (esame C. 877)ha un’interessante introduzione dove emerge la sofferenza della pedagogia, strangolata dall’economia. Gli articoli (2), però sono di altra natura. Entrano nel concreto. Si legge all’art.1 comma 2 e 2a” All’onere derivante dall’attuazione della disposizione di cui al comma 1, pari a 338.500.000 euro per l’anno 2019, a 1.180.000.000 di euro per l’anno 2020, a 1.715.100.000 euro per l’anno 2021 e a 2.130.000.000 di euro a decorrere dall’anno 2022, si provvede…mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per i medesimi anni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto…”
Il gelido stop alla previsione di spesa proviene dagli Uffici studi della Camera dei deputati.  L’organismo parlamentare evidenzia  la significativa differenza tra quanto contenuto nella Proposta di legge n. 877 e l’accantonamento previsto dalla legge di Bilancio 2019 ” Si segnala che, in base alla tab. A della L. 145/2018 (L. di bilancio 2019), l’accantonamento relativo al MEF è pari a € 58.819.000 per il 2019, € 76.526.000 per il 2020 ed € 76.792.000 per il 2021.”

 Una proposta: restituite i 2.400 milioni

Di fronte ai numeri, mi fermo. Quindi “game over”? Possibile, anzi certo! Rimanendo nella logica del diritto, avanzo,però una proposta. La scuola è creditrice di 2.400 milioni di €, promessi da M.S. Gelmini quando decise il taglio di 87.000 cattedre (2008-11). Bene, questa somma non è mai tornata al comparto-scuola.  La restituzione di questa somma, che costituisce un debito dello Stato, coprirebbe quasi tre anni delle spese previste. A questo punto resta da finanziare una parte del terzo anno  e interamente il quarto anno. Totale 3 miliardi ca (800 milioni + 2.200 milioni)! Certo non è una somma di poco conto. Sicuramente, però inferiore al totale delle risorse richieste dalla Proposta di legge.

Alla replica prevedibile rispondo…

Sicuramente la risposta sarà: non ci sono neanche queste risorse! Benissimo, allora chiudiamo le scuole! Diversamente non disturbate gli insegnanti con pratiche inutili (Bes,Dsa…), perché in queste condizioni non portano a risultati concreti. Aggiungo e concludo, di fronte a qualunque emergenza   si smetta con la solita recita di coinvolgere le scuole. Queste sono al collasso!