Le Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII Commissione (Affari sociali) della Camera dei deputati, in data 4 marzo 2019, hanno ricevuto le maggiori confederazioni sindacali, per l’esame del disegno di legge n. 1637, in sede di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”. La delegazione Confsal ha poi partecipato, unitamente alle altre confederazioni sindacali, anche al successivo tavolo di confronto col Sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi sul tema delle criticità del Reddito di cittadinanza. La Confsal ha sollevato sollevato dubbi sia sul disegno complessivo, sia sulla fase attuativa del provvedimento.
In particolare Confsal ha segnalato alcune urgenti questioni, quali:
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rendere immediatamente fruibile il trattamento di fine rapporto,
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rendere permanenti “Opzione donna” e “Ape sociale”,
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prevedere finestre in uscita per i lavori particolarmente gravosi,
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riduzione anzianità contributiva,
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facoltà di riscatto per i periodi non coperti da contribuzione,
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esclusione opzionale dal massimale contributivo,
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applicare, a decorrere da 1° gennaio 2020, la finestra di 3 mesi anche ai dipendenti pubblici ai fini della decorrenza del trattamento pensionistico.
Al momento non c’è nessuna “Quota 100”, ma “Quota 62+38” la somma fa 100, che è cosa molto diversa da “Quota 100”, infatti per andare in pensione bisogna maturare entrambi i requisiti minimi, cioè 62 anni di età e 38 anni di contributi, come ampiamente segnalato dal Presidente dell’Inps nel corso della propria audizione in Commissione. “Quota 100” perciò non è una riforma strutturale, ma è una misura una tantum sperimentale della durata di tre anni e non c’è nessun superamento della riforma Fornero come da tempo la Confsal ritiene necessario precisare. Il provvedimento non è altro che l’ennesimo canale, frammentato e temporaneo, di accesso alla pensione anticipata.
Nel corso del confronto con il Sottosegretario al Lavoro Cominardi sul Reddito di Cittadinanza la Confsal ha evidenziato, tutte le criticità, ritenendo in via preliminare non condivisibile le norme dal profilo discriminatorio nei confronti di qualsiasi cittadino che dimori sul territorio nazionale.
Inoltre è stato ribadito la non condivisione dei criteri adottati per individuare la platea di beneficiari e quelli relativi all’ammontare del beneficio, che sono considerati iniqui verso l’ampia platea dei cittadini bisognosi. Inoltre è un grave errore la mancata attribuzione di alcune competenze ai Comuni e al Servizio Sociale Professionale, in particolare la mancata possibilità della necessaria preliminare valutazione di determinati bisogni dei soggetti o dei nuclei familiari più deboli, trascurando così, le fragilità dei soggetti minori o con particolari difficoltà.
E’ stata evidenziata la preoccupazione per le attribuzioni delle diverse competenze tra Stato e Regioni che rischia di entrare in conflitto sul delicato tema delle assunzioni per la piena operatività dei cd navigator. Un eventuale conflitto di attribuzioni avrebbe un impatto molto negativo sui tempi e sulla riuscita dei percorsi di inserimento e/o reinserimento al lavoro dei beneficiari a cui e destinata la misura. Ciò detto, la Confsal ritiene il Reddito di Cittadinanza uno strumento di politica attiva, dove la tutela dello Stato prevista per i cittadini più svantaggiati ha l’obiettivo di non limitarsi al mero assistenzialismo, ma mirerebbe all’ambizioso reinserimento lavorativo e sociale delle fasce più deboli e svantaggiate della popolazione da Nord a Sud. Nel corso del confronto è stato preso atto di alcuni progressi realizzati a seguito del passaggio al Senato.
Alla luce dell’incontro a Montecitorio, il Segretario generale della Confsal Margiotta ha dichiarato: “Bene l’impegno del Governo, prendiamo atto di una prima tiepida disponibilità al confronto con le parti sociali affinché siano messe in condizione di fornire il proprio contributo ed esercitare il proprio ruolo. Sosteniamo che, al di là dei correttivi al decreto in esame alla camera dei deputati, creare le condizioni economiche attraverso investimenti e sviluppo mettere mano a un’ampia riforma del sistema pensionistico, attraverso la riscrittura della Legge Fornero la quale, fu varata in condizioni di emergenza dei conti pubblici, e va anzitutto rivisto il sistema dei coefficienti di trasformazione, determinante per un equo trattamento pensionistico, migliorando i requisiti di accesso alla pensione per le nuove generazioni.”