da: La Tecnica della scuola –
In occasione dell’anniversario della nostra testata giornalistica, che il 10 maggio compirà 70 anni, abbiamo intervistato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Al titolare del Miur – incontrato nel Palazzo bianco del Miur, all’interno della storica sala dei ministri – è stato chiesto cosa ha intenzione fare il Governo sul fronte degli stipendi dei lavoratori delle scuola e dei tanti precari ancora da assumere anche con strade alternative al concorso ordinario, ma anche come mai l’autonomia scolastica: tutti temi trattati il 24 aprile, nel corso dell’incontro dei sindacati a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e alla presenza dello stesso ministro del’Istruzione, da cui è poi scaturita la sospensione dello sciopero di metà maggio.
Approvata 20 anni fa con il DPR 275/1999, la preziosa prerogativa dell’autonomia scolastica non è mai decollata. Quello che c’è ora da da capire è se la regionalizzazione, tanto invocata dalla Lega e su cui si è trovato un’accordo di massima all’interno dell’intesa Governo-sindacati, può effettivamente costituire la spinta decisiva verso l’attuazione di questo processo incompiuto
Ministro Bussetti, sulla mancata autonomia scolastica, quanto pesano i mancati finanziamenti e il fatto che l’amministrazione centrale, come accaduto negli ultimi anni con i docenti di potenziamento, continua a prevalere nelle decisioni?
“La legge sull’autonomia – ha detto il ministro – ha generato il regolamento del 1999. Non è vero che non è stata una norma importante, perché ha dato tante possibilità alle scuole di programmare il proprio piano dell’offerta formativa, di fare rete, di fare sistema, di collegarsi con il territorio”.
E poi?
“Ha dato anche il modo – ha aggiunto Bussetti – di fare sinergia con tanti enti educativi informali, proprio al fine di migliorare l’offerta formativa di ogni singola scuola, legata ai propri contesti territoriali. Quindi, legando gli obiettivi della scuola stessa ad esigenze specifiche”.
La regionalizzazione può superare questi limiti?
“È evidente – ha replicato Bussetti – che l’attenzione verso il bisogno locale si ha quando si è più vicini ai problemi: ecco, forse, perché potrebbe essere l’autonomia un’opportunità proprio in questa veste”.
L’intervista integrale al ministro.