Inviato da Suor Anna Monia Alfieri:
Condivido volentieri i significativi passi di questi giorni: continua senza sosta il percorso culturale indirizzato a consentire realmente il diritto di apprendere dello studente, senza alcuna discriminazione economica. Non che il clima politico incoraggi questo obiettivo. Pare infatti che la prima preoccupazione dei partiti sia di non restare con il cerino acceso in mano, nel caso di elezioni anticipate.
Di conseguenza i compromessi, le smentite, le promesse, gli affondi, le contrapposizioni (soprattutto tra… alleati di governo), le allusioni, le dichiarazioni – il tutto rigorosamente via social o per strada davanti ad una selva di microfoni – sono il pane quotidiano della vita politica italiana odierna. Direi che siamo molto lontani dall’Italia intelligente che molti di noi sperimentano ogni giorno: cultura, storia, solidarietà, uomini e donne molto in gamba, di cui si può essere orgogliosi.
Le parole di Aldo Moro sono sempre attuali: “Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rileverà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”, che si potrebbe tradurre in una semplicissima domanda: “Cosa serve oggi per risollevare le sorti della nazione, dei cittadini ma in modo seriamente, realmente realizzabile?”
Le soluzioni saranno certamente scomode, ma dovranno essere intelligenti, degne di essere capite e approvate da persone semplici e significative, che non giocano con i tweet e che rendono onore al nostro Paese: dalla sua vita emergono eccellenze in tutti i campi, e non conta l’età! Non è utopia l’Italia di Liliana Segre, memoria storica acutissima, di Giusy Versace, coraggiosa amante della vita, del giovane Manuel Bortuzzo che ha risposto con un sorriso ad un torto tanto drammatico quanto insensato, di Lucia Annibali che ha trasformato un atto di distruzione in una riaffermazione di una nuova presenza al servizio delle donne.
Il 3 luglio ho avuto un dono graditissimo, quanto inatteso: l’incontro con la presidente del Senato Elisabetta Casellati, che rappresenta un aspetto assolutamente positivo delle Istituzioni italiane: la cultura, l’eleganza, l’apertura mentale. E’ stato un incontro informale, piacevole, con una donna che conversa con umanità e intelligenza, ma anche con semplicità, di questioni “di fondo”. Abbiamo parlato di libertà di scelta educativa, temi a lei caro come genitore, avvocato, donna delle Istituzioni. Difficilmente mi emoziono, essendo un tipo razionale e pragmatico, ma da alcuni scatti che mi ha concesso si nota anche in lei una certa trepidazione, nel parlare di rispetto delle libertà… Un incontro che mi ha donato coraggio e certezza che l’Italia è ben rappresentata ai vertici istituzionali.
Non è possibile che vertici di questo calibro restino insensibili verso una sfida culturale che ha un crescendo di ingiustizia legittimata: il ricco sceglie e il povero si accontenta; per i disabili è un rebus avere il docente di sostegno nella scuola statale e nella paritaria lo paga quest’ultima che collassa; con 10 mila euro annui di spesa per un allievo che frequenta la scuola statale non è disponibile la carta igienica; docenti che precari non erano diventano precari; a chi è stato promesso un posto fisso, e ci ha creduto, si propina il concorsone che li esclude; il diritto di apprendere dello studente è discriminato per ragioni economiche …
Carissimi amici lettori, proprio perché queste problematiche sono ormai chiarissime e alla luce del sole, sento che è sempre più condivisa la necessità che esista anche in Italia un pluralismo educativo, degno della libera scelta dei Genitori. Le scuole che non saranno scelte, chiuderanno giustamente e inesorabilmente.
Ciascuno di noi, che sia intelligente, non potrà accettare un futuro che vede in Italia il monopolio educativo della scuola di Stato. Sarebbe come ritenere i genitori incapaci di intendere e di volere ai sensi dell’art. 33 comma 2 della Costituzione: per essi provvede lo Stato. Molto pericoloso, come si è visto drammaticamente nella cronaca recente, anche in ambiti non prettamente scolastici.
E’ chiaro che la modalità per garantire la libertà di scelta educativa è quella di fare chiarezza di numeri e dati della scuola e assegnare ad ogni studente una quota capitaria. Il tempo del dialogo, del confronto, della concertazione c’è stato e si è chiaramente individuato nelle tre leve – autonomia, parità e libertà di scelta educativa – la chiave di volta del sistema scolastico italiano che sta collassando… Se un ripetente cosata 11.300 euro annui, la soluzione non è non bocciare, ma spendere meglio.
Il costo standard di sostenibilità è una soluzione concreta a costo zero: occorre rendere conto ai genitori delle centinaia di ottime scuole pubbliche non gestite dallo Stato, che ogni anno chiudono a danno del pluralismo educativo, come vengono spesi i soldi che i cittadini pagano per l’istruzione.
Nessun favore si domanda ai politici, nessuna falsa promessa si pretende la loro: si chiede che venga garantita la libertà di scelta educativa dei genitori, che hanno già pagato le tasse, in un pluralismo educativo che incentivi la buona scuola pubblica – statale e paritaria – come ascensore sociale. Nessun politico tema di perdere la poltrona su questi temi: se non li affronta e non li risolve, l’ha già parsa agli occhi di chi pensa.
Dunque, sono fiduciosa.
Un caro saluto.
7 luglio 2019