Il giorno 8 novembre vi sarà uno sciopero degli studenti promosso dall’ Unione degli Studenti. In occasione del precedente sciopero degli studenti – venerdì 27 settembre – Lorenzo Fioramonti, ministro dell’istruzione, ha invitato i dirigenti scolastici a «considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico» e che «tale giornata non incida sul numero massimo delle assenze consentite dal monte ore personalizzato degli studenti».
Per il ministro Fioramonti “Lo sciopero sul clima è giustificato“, mentre sei mesi or sono in occasione del primo sciopero globale sul clima l’allora ministro Marco Bussetti dichiarava: «Come ministro confermo, non potrei fare altrimenti, che le lezioni nelle nostre scuole si svolgeranno regolarmente. La scuola è un servizio pubblico che è mio preciso dovere garantire». Conseguentemente l’assenza degli studenti per la manifestazione contribuì al monte ore delle assenze. E chi era il viceministro? Lorenzo Fioramonti! Guarda chi si vede! Se gli si chiedesse qualcosa in merito risponderebbe: “Non so, non ho visto, se c’ero dormivo” come in un’opera teatrale di Luigi Lunari.
Per giustificare la propria insensata decisione il ministro ha precisato: «L’importanza di questa mobilitazione è fondamentale per numerosi aspetti, a partire dalla necessità improrogabile di un cambiamento rapido dei modelli socio-economici imperanti. È in gioco il bene più essenziale, cioè imparare a prenderci cura del nostro mondo». Concetti giusti, condivisibili. Ma il ministro ha aggiunto: “Scendono in piazza per rivendicare un’attenzione imprescindibile al loro futuro”.
Bene! Anche il prossimo 8 novembre gli studenti scendono in piazza per rivendicare un’attenzione imprescindibile al loro futuro: “Riconquistiamo il nostro futuro, cambiamo la scuola per cambiare il sistema!”; “Vogliamo essere protagonisti e decidere sui nostri territori: le nostre città ci costringono a scappare e non sono a misura di studente”; “Basta tagli e austerità su istruzione: spendiamo il 3,5% del PIL contro una media europea del 4,5%: il Governo deve investire su scuola e ricerca, non su grandi opere inutili che devastano i territori, per non dover più rischiare di morire in edifici scolastici pericolanti e in territori intossicati dall’inquinamento.”
Perciò ministro Fioramonti anche questo sciopero deve essere giustificato perché ha le stesse motivazioni di quello precedente. Perciò, studenti, niente scuola, niente lezioni, niente giustificazioni,
TUTTI IN PIAZZA
alla faccia del ministro!
AD ABUNDANTIAM
Il dirigente scolastico Antonello Giannelli commenta: «Le marce per il clima si fanno per sensibilizzare i governi affinché adottino misure politiche favorevoli all’ambiente. Qui siamo nella situazione in cui un rappresentare del governo incita gli studenti a manifestare affinché lui stesso o il governo di cui fa parte sia sensibilizzato a fare qualcosa di buono. Mi sembra un non senso. Sarebbe preferibile stare a scuola a studiare come fare per migliorare le cose, non tanto fare delle marce».
Un’altra dirigente scolastico Anna Rita Borelli scrive: «Dal Ministro dell’Istruzione mi sarei aspettata tutt’altra circolare, e tutt’altro invito; mi sarei aspettata che le scuole venissero chiamate a trattare il tema del cambiamento climatico, ma in classe, attraverso le discipline. Personalmente credo che la partecipazione a manifestazioni di vario genere, anche ispirate alle migliori cause, attenga alla sfera privata degli individui; i nostri alunni, forti delle conoscenze acquisite a scuola, ma anche di quelle provenienti dalla famiglia, dagli amici, dalle proprie letture e altro, decideranno autonomamente, ora e nel futuro, a quali partecipare».
Il Prof. Rossano Sasso ironizza: «Un ministro dell’Istruzione che incita allo sciopero lancia un messaggio sbagliato dal punto di vista pedagogico, perché consente di rinunciare al rispetto delle regole, alle ore di apprendimento, alla consapevolezza che lo studio è un diritto al quale non si dovrebbe mai rinunciare. Un fatto senza precedenti, a mia memoria. Un ministro che pur di piacere agli studenti, invita questi a marinare la scuola, io non lo avevo mai visto. Il mio professore di Storia mi invitava sì a manifestare, ma non di mattina, bensì al pomeriggio e facendolo con chi veramente ci credeva, essendo disposto non a sacrificare una dura giornata di studi ma un pomeriggio libero, ricco magari di svaghi».
Un genitore aggiunge: «Quindi mi sta dicendo che lei si assume la responsabilità di minorenni in circolazione senza controllo, senza prove che siano effettivamente in manifestazione dopo che io ve li ho affidati per non farli uscire fino all’orario concordato. Perché se il ministero se ne assume la responsabilità senza sentire i genitori mi pare una cosa grave… Se voglio che mio figlio vada alla manifestazione lo giustifico io, non ci vuole la circolare “etica” del ministero».
Un altro genitore rincara la dose: «Ottima idea, così metà degli studenti andrà a manifestare, metà starà a casa a guardare Netflix e tutti saranno premiati per il loro grande impegno civico!»
Un lavoratore osserva: «Scusi io sono un lavoratore, mi piacerebbe scioperare per il clima, ci parla lei col mio titolare? Sono liberissimo di farlo se voglio, certo, ma a me costa 100 euro decurtati dalla busta paga».
Morale: uno sciopero degli studenti autorizzato è privo di significato, è una manifestazione inutile perché di fatto lo si trasforma di fatto in una giornata di vacanza.
Intelligenti pauca vel Qui habet aures audiendi audiat
Milano 6 novembre 201
Giuseppe Antinolfi – Segretario Provinciale SNALS CONFSAL di Milano