Il 4 maggio alle ore 12 si è svolta la conferenza stampa in modalità telematica dei segretari generali dei sindacati della scuola per prospettare le gravi problematiche concernenti il ritorno alle attività didattiche in condizioni di sicurezza. In collegamento vi erano numerosi giornalisti con i quali si è sviluppato un ampio e costruttivo confronto, che invece il ministro rifiuta approfittando del fatto che nella situazione attuale i sindacati non possono mobilitare i lavoratori. Questo rifiuto (o paura?) a confrontarsi ha un preciso significato: non ha una visione chiara della situazione, non ha un piano, non ha un progetto, non ha idee, tanto è vero che le cambia ogni 24 ore. Ha nominato una commissione per farsele suggerire, come è nel suo stile, essendo esperta in copiature. E’ stata stigmatizzata duramente la mancanza di confronto con i rappresentanti di più di un milione di persone, alle quali spetterà il compito di gestire un rientro a scuola in condizioni di sicurezza per la salute di tutti: personale scolastico, studenti, famiglie. Manca un’accurata programmazione per assicurare alle scuole risorse di personale, oltre ad investimenti strutturali come presidi medici di supporto alle scuole. Occorrono garanzie organizzative e un preciso protocollo di sicurezza.
Per l’esame di Stato è stato ribadito che a poco più di un mese dalla fine dell’anno manca l’ordinanza ministeriale sulle modalità di svolgimento e questo è vergognoso e non accettabile. Per lo svolgimento in presenza i sindacati hanno espresso la loro netta contrarietà per il grande rischio di contagio. Le scuole non sono equipaggiate a garantire la piena sicurezza alle commissioni e ai candidati, tenendo anche conto che molti commissari interni sono over 55.