Sta per finire l’anno scolastico ma, siccome #lascuolanonsiferma, importanti innovazioni stanno per essere varate dal ministero. La prima è una modifica dell’intestazione dei documenti e dei registri per il 2019/2020, che si chiamerà “Anno Dad-astico”. Nelle più alte sfere, d’altronde, si è deciso addirittura di modificare l’articolo 1 della Costituzione, che reciterà: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sullo smart working”. Tutti gli organi scolastici in questi giorni sono in riunione permanente (online) alla spasmodica ricerca dei criteri per le valutazioni finali.
La ministra Azzolina, nella circolare uscita mentre faceva colazione, ha decretato di usare voti numerici dall’uno al cinque come in America (dove usano le lettere), in quella di mezzogiorno giudizi verbali senza numeri, nella circolare emessa all’ora del caffè ha deciso che gli insegnanti riferiranno a voce i voti agli studenti stando in piedi su una gamba sola, in quella della merenda è ritornata sui voti numerici ma dall’uno al dieci, però i primi cinque no perché tanto sono tutti promossi; per adesso, ha comunicato il presidente dell’Associazione nazionale presidi un attimo prima di licenziarsi dalla disperazione, ci si attiene a questa, anche perché non è ancora ora di cena e speriamo che la ministra non abbia fame. Di conseguenza i criteri di valutazione paiono essere:
- voto 6 se lo studente, pur essendo sparito, aveva compiuto l’immenso sforzo di iscriversi a scuola a settembre;
- voto 7 se lo studente ha mandato una volta, a febbraio, una faccina sorridente sul gruppo whatsapp di classe;
- voto 8 se lo studente ha assicurato che avrebbe consegnato i compiti (anche se poi è scomparso) con un’intera frase sulla chat;
- voto 9 se lo studente ha scritto alla compagna di classe di avvisare il professore che stava tentando di collegarsi ma non ci riusciva;
- voto 10 se lo studente si è collegato alle lezioni online pur tenendo spenta la telecamera e avrebbe fatto bene a tenere spento anche il microfono perché si sentiva russare
Importanti decisioni stanno per essere varate anche per risolvere alcuni drammatici problemi emersi dalla Dad. La prima è la creazione di una task force di cyber-investigatori per il ritrovamento dei docenti scomparsi nelle classi virtuali. Si narra di professoresse senza password che vagano smarrite in Classroom, alla ricerca di Zoom per uscire dalla Gsuite che nessuno ha più Meet. Un dramma nel dramma. Denunciati alcuni docenti per atti osceni online: alla fine della lezione hanno scordato di disconnettersi e i loro allievi hanno visto chiaramente che nelle parti basse, sotto camicette eleganti o giacche e cravatte, indossavano ancora il pigiama.
Da risolvere anche numerosi problemi insorti nella psiche dei genitori, soprattutto di una nuova categoria nata in questi mesi: la mammina-fuori-campo. Le scuole hanno deciso di concedere l’uso dello sportello psicologico d’istituto anche a loro, gravemente danneggiate nell’autostima. È infatti elevato il numero di mammine in crisi depressiva per la scoperta che le risposte che suggerivano ai loro figlioli erano sbagliate. Lo spalancarsi della loro ignoranza e/o lentezza nel trovare in diretta la giusta pagina del libro per leggere le risposte ha aperto gravi traumi. La conseguenza peggiore è stata l’aumento di crisi familiari e divorzi, perché le mamme depresse hanno riversato la colpa sui papà parcheggiati sul divano con il dito inerte sul telecomando e lo sguardo vuoto al televisore spento: siccome non lavoravano e pure il calcio era fermo, in assenza della scusa della stanchezza associata alla Champions League, non sapevano come giustificare il loro menefreghismo educativo, causato dal vuoto pneumatico del pallone da calcio da tempo trasferito nel loro cervello. Nuvole minacciose sul futuro della famiglia.
Si è deciso inoltre di aggiungere una materia scolastica perché i ragazzi, invece, si sono dimostrati ancora una volta geniali e intuitivi persino nella crisi. Non si sa ancora come si chiamerà questa nuova competenza (già notevolmente acquisita dalla maggioranza), ma si è definito il sottotitolo: “trovare scuse per scansare l’interrogazione”. Sono state declinate le abilità e conoscenze in frasi essenziali:
– prof, è andata via la connessione
– prof, non mi va il microfono (detto al microfono)
– prof, non sento bene, esco e rientro (e sparisce)
– prof, hanno tolto la corrente elettrica nel quartiere
– prof, il computer serve a mia mamma/babbo/fratellino/nonno/nonna/cane/gatto/tartaruga, tutti insegnanti come lei che devono fare la Dad
– prof, Lucia mi ha scritto su whatsapp che non riesce a entrare
– prof, Marco ha mandato un telegramma che non riesce a entrare
– prof, è arrivato il piccione viaggiatore di Andrea che non riesce a entrare
– prof, non ho la mascherina, non posso collegarmi
– (ascolta la domanda e sparisce la connessione)
– (risponde all’appello d’inizio lezione e torna a letto).
Tutta l’esperienza di quest’anno andrà tesaurizzata, casomai la pandemia riprendesse a settembre. Ma sicuramente no. I dati sono incoraggianti e con la fase 2 si sono riaperti i locali: proprio in questi giorni, dai navigli di Milano alla movida di Palermo, dalla riviera romagnola alle piazze di Roma, i giovani stanno fitti fitti agli aperitivi, ché l’amicizia sconfigge il coronavirus. Molti che erano spariti da mesi sono miracolosamente riapparsi, che bello. Ce la faremo. Ne usciremo migliori. Soprattutto dalla Dad.
da Il Sussidiario – Gianfranco Lauretano – 24 maggio 2020