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Snals - Segreteria Provinciale Milano

SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO LAVORATORI SCUOLA

Diplomati magistrale, dal 1 luglio in 3.000 rischiamo licenziamento, depennamento da GaE e zero Naspi.

Dal 1 luglio prossimo, oltre 3.000 insegnanti, diplomate e diplomati magistrale ante 2001, perderanno il ruolo, se già assunti in ruolo nel passato, ed è il caso di molti di loro, oppure saranno depennati dalle graduatorie a esaurimento.
Elvira Serrafini, segretaria generale dello Snals spiega: “In questo momento di caos non serve a nessuno creare ulteriore danni al mondo della scuola. Riteniamo che sia necessaria una soluzione politica di questo problema perché è gente che lavora da dieci anni e anche decenni nella scuola, che ha dato tanto, che è passata di ruolo. E’ gente che lavora a scuola da decenni ma alla quale oggi si sbatte la porta in faccia, sebbene in momenti difficili queste persone hanno dato il meglio di sé. Occorre una soluzione, insisto. Peraltro non si crea danno a nessuno, abbiamo approfondito la questione e ci siamo resi conto che c’è posto per tutti, che cioè risolvendo la questione di questi nostri insegnanti non si creerebbe nessun danno a nessun altro”.

Ora questi insegnanti scendono di nuovo in pista e scrivono una lettera con cui chiedono una soluzione definitiva. “Chiediamo che sia scongiurato il nostro licenziamento, con soluzioni alternative al concorso straordinario, poiché il concorso straordinario non è risolutivo per la nostra situazione. E chiediamo di potere avere la Naspi, poiché neppure quella ci danno, dopo la revoca del ruolo, che abbiamo da anni”. Quello che segue è il testo della loro lettera, che riassume la loro situazione.

Il Decreto Rilancio estende fino alla fine Agosto la sospensione delle procedure di licenziamento. In particolare, dal 17 marzo al 31 agosto, sono precluse le procedure di licenziamento collettivo.

Purtroppo ciò che il governo considera legge viene applicato in base a un principio poco comprensibile dal momento che i licenziamenti continuano, anzi vengono proprio applicati con ancora più convinzione dallo Stato e in particolare dal Miur. Siamo un gruppo di insegnanti, circa dieci/dodicimila, nostro malgrado diversi da tutte le categorie di docenti esistenti fino a soli cinque anni fa. Stiamo vivendo una situazione mai accaduta prima. Siamo entrati in ruolo attraverso dei procedenti cautelari a noi favorevoli – che hanno tra l’altro stabilito il pieno diritto all’assunzione di altri diecimila colleghi nella nostra identica situazione –, abbiamo superato l’anno di prova, ma ora a causa di una Plenaria che ha sconfessato se stessa molti di noi sono e stanno per essere licenziati.

Abbiamo chiesto alla politica un intervento per aiutarci a evitare il nostro licenziamento, ma nulla. A essere più precisi un intervento c’è stato e si chiama concorso straordinario 2018, peccato che esso sia stato aperto a tutte le categorie di docenti, addirittura anche a coloro che erano in ruolo da anni a pieno titolo, escludendo di fatto molti insegnanti interessati dai licenziamenti, circa tremila. Il concorso straordinario poi non ha evitato e non eviterà in alcun modo la perdita del lavoro in ruolo. Dei dodicimila posti promessi – comunque insufficienti per la platea interessata di circa cinquantamila docenti – sono stati dati solo quattromila e in più, con i concorsi ordinari in arrivo, le assunzioni avranno dei tempi biblici. Nel frattempo noi tutte saremo licenziate, senza avere neppure la Naspi come recita la circolare 94 del 2015 dell’Inps. La politica sa tutto e sta scegliendo di non darci una mano, sta scegliendo di licenziarci e di lasciarci senza alcun sussidio. Neppure la pandemia li ha fermati. Il Miur infatti decide di accelerare i nostri depennamenti attraverso una procedura più snella, che ci toglie il poco tempo che pensavamo di avere e lo fa con la diretta revoca delle cautelari. Quando lo fa? Lo fa in piena pandemia. Quando decide di lasciarci senza lavoro? Lo decide in piena pandemia. Quando decide di depennare durante l’estate senza Naspi? Lo decide in piena pandemia. I governi ci hanno abituato a sanatorie su ogni situazione, ma per noi non vale. Abbiamo chiesto e proposto tantissime soluzioni, anche l’aggiornamento del nostro titolo di studio, nonostante l’abilitazione permanente di esso. Nulla, per noi non c’è niente. Non si riescono neppure a trovare i fondi necessari per farci sopravvivere durante l’estate. In questo e nel prossimo mese migliaia di diplomati magistrale, attraverso sentenze calendarizzate in tutta fretta dal ministero con il scopo di licenziare, non avranno più nulla neanche qualche centinaio di euro della disoccupazione. La pazienza è una qualità di chi come noi ha fatto dell’insegnamento la propria professione, ma come ogni cosa finisce e per noi è terminata. Chiediamo al governo di sospendere le procedure di depennamento calendarizzate per le prossime settimane. Siamo disposte a un dialogo per trovare finalmente una soluzione che possa davvero definirsi tale e che dia dignità a migliaia di docenti che lavorano da anni per lo stato, ristabilendo anche la posizione di chi il licenziamento lo ha già subito. Se ciò non avverrà saremo disposte a tutto, perché è a tutto che si è disposti quando la disperazione prende il sopravvento”.

Su questa situazione, e in particolare sull’accelerazione della procedura di “licenziamento” denunciata, abbiamo chiesto una conferma e un parere a qualcuno tra i sindacati della scuola. “L’accelerazione sui Dm è gravissima”, risponde Elvira Serrafini, segretaria generale dello Snals. “In questo momento di caos”, spiega, “non serve a nessuno creare ulteriore danni al mondo della scuola. Riteniamo che sia necessaria una soluzione politica di questo problema perché è gente che lavora da dieci anni e anche decenni nella scuola, che ha dato tanto, che è passata di ruolo. E’ gente che lavora a scuola da decenni ma alla quale oggi si sbatte la porta in faccia, sebbene in momenti difficili queste persone hanno dato il meglio di sé. Occorre una soluzione, insisto. Peraltro non si crea danno a nessuno, abbiamo approfondito la questione e ci siamo resi conto che c’è posto per tutti, che cioè risolvendo la questione di questi nostri insegnanti non si creerebbe nessun danno a nessun altro”

“Se i sindacati ci danno una mano nel fare pressione sicuramente è punto a nostro vantaggio”, commenta la maestra Simona, una delle firmatarie della lettera. “Noi siamo pronte a confrontarci e collaborare. Ormai sta diventando un incubo”. Simona è laureata, con una quinquennale, in Psicologia dello sviluppo con una doppia tesi: una sulla violenza di genere perpetrata dalle donne, un’altra, frutto di una ricerca condotta nelle aziende modenesi, è sullo stress indotto dalle tecnologie. Dopo il diploma ha lavorato a scuola per una decina d’anni, anche per pagarsi gli studi. Ha l’abilitazione per scuola d’infanzia e primaria.  Nel 2012, racconta, “ho vinto un concorso a Modena e l’anno dopo mi hanno assunta alla Fondazione Cresciamo, dove ho lavorato fino al 2016, poi il licenziamento per prendere il ruolo offerto dallo Stato. Ho chiesto all’Usp di poter congelare o dare a qualcun altro il mio posto e mi hanno detto di no. E siccome la giurisprudenza era d’accordo con noi, di fronte a tutte le sentenze positive tutti ci dicevano che l’Adunanza plenaria non avrebbe potuto sconfessare se stessa. E invece ha detto no, sulla base della considerazione che il nostro titolo è sì abilitante ma la nostra richiesta di non essere esclusi dalle graduatorie sarebbe stata tardiva. Questo è incredibile, visto che nel 2007 furono chiuse le Gae ma noi non potevamo entrarci perché il nostro diploma non aveva in quel momento titolo abilitante nonostante Berlinguer con un decreto legge lo avesse definito abilitante in via permanente”.

Maestra Simona, abbiamo raccontato la sua storia nell’autunno scorso. In attesa del prossimo difficile autunno, verso cui si sta dirigendo la nostra scuola, ci spieghi quali sono le novità che riguardano voi, e di riflesso i vostri alunni, che rischiano di perdere loro insegnanti.

“La novità è che in questo periodo c’è il blocco dei licenziamenti ma il Ministero non ha bloccato nulla per noi e infatti la calendarizzazione delle sentenze di risoluzione dei nostri contratti è continuata. In più il Ministero ha adottato una nuova strategia che non ci meritavamo”.

A che cosa allude?

“Si tratta della richiesta di revoca della cautelare: prima passavano diversi mesi dall’istanza di prelievo dell’ordinanza alla fissazione dell’udienza e questo ci consentiva di iniziare l’anno scolastico e di ottenere la conversione del contratto di lavoro da tempo determinato a rapporto a tempo indeterminato. A partire da maggio chiedono direttamente la revoca della cautelare e il tutto si chiude in un mese. La prima sentenza diretta di revoca della cautelare avverrà il 1 luglio e riguarda mille colleghi per tutta Italia. Saranno licenziati immediatamente o perderanno l’iscrizione nella graduatoria a esaurimento. Insisto: siamo esterrefatte. Il Miur non solo non ha bloccato i nostri licenziamenti ma ha addirittura accelerato la procedura”.

Ma la richiesta della revoca è sempre esistita

“La revoca della cautelare è sempre esistita, lo sappiamo, non è che se la siano inventata. Tuttavia non era stata applicata prima in questi casi: io mi chiedo perché applicarla proprio in questo periodo, contro di noi? A questo si aggiunge una beffa per noi che siamo in ruolo da tempo, poiché coloro che hanno un incarico al 30 giugno maturano i requisiti per ottenere la Naspi una volta scaduto il contratto a termine, invece chi è di ruolo, come avevamo già denunciato per tempo e nessuno ci credeva non hanno diritto alla Naspi per effetto della Circolare dell’Inps”. E’ una cosa molto seria, aggiungiamo noi. L’Inps con la Circolare  94/2015 (Scarica il testo) che si rifà al Decreto Legislativo 4 marzo 2015 n. 22 con cui il governo Renzi riordinò la normativa in materia di ammortizzatori sociali, dice che ha diritto alla Naspi chi, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, ha almeno tredici settimane di contribuzione contro la disoccupazione”.

E’ così?

“Nel nostro caso avendo lavorato negli ultimi anni a tempo indeterminato tutto questo periodo non può essere applicato per avere la disoccupazione. Peraltro per il periodo precedente non potrei neanche perché mi sono licenziata io e per chi dà le dimissioni l’indennità è esclusa. Ma perché ora accelerare con le procedure? Proprio per metterci nelle condizioni di farci non avere nulla nei mesi estivi? Noi non capiamo perché non si riesca a trovare una soluzione. Il Governo ha cercato di mettere una pezza un po’ dappertutto durante e dopo la pandemia, a causa dei problemi economici che hanno investito tante famiglie. E ora loro non ce la fanno a trovare i fondi per darci l’indennità di disoccupazione? E sono sempre loro che, proprio in questo momento tanto difficile ci fanno licenziare ancora più in fretta? E questa è la situazione meno grave poiché se ne potrebbe prospettare una più grave, che riguarda la continuità didattica: nel Decreto scuola di dicembre è stata rinnovata la possibilità della riconversione del contratto a tempo determinato, però con una novità. Loro dicono: io ti riconverto il contratto da tempo indeterminato in determinato fino al 30 giugno di quest’anno ma solo se tu hai fatto almeno 20 giorni di lavoro da calendario scolastico, altrimenti vieni licenziata e al tuo posto verrà la supplente. Ma se verrò licenziata e arrivo al 15 settembre, con convocazioni già avvenute e quindi mi ritroverò senza Naspi e dunque devo sperare di essere licenziata nel momento giusto che mi permette di avere le 13 settimane che servono per avere i contributi per l’assegno di disoccupazione”.

Che cosa chiedete ora, nell’immediato?

“Chiediamo che sia scongiurato il nostro licenziamento, con soluzioni alternative al concorso straordinario, poiché non è risolutivo per la nostra situazione. I posti promessi erano 12.000, pochi perché la platea è di 50.000 docenti. Lo stesso ideatore di questo concorso ha ammesso che ha dei tempi lunghi per cui migliaia di docenti che ora lavorano e che sono in ruolo verranno licenziati e che si allontaneranno dal mondo della scuola per tanti anni se non si trova una soluzione, anche perché adesso c’è il concorso ordinario. Il concorso straordinario era stato pensato dal Decreto dignità per noi, ma poi è stato aperto a tutti. Quanto all’ordinario creerà una nuova graduatoria. Magari lo passo però se ciò non avvenisse si allungherebbero i tempi e intanto arriverebbe il licenziamento. Chiediamo una sospensione, non l’accelerazione del licenziamento. Facciamo per un attimo finta che siamo le persone più schifose del mondo. Aggiungiamo che questa situazione ce la siamo cercata noi. Ecco, io dico: hanno trovato una soluzione per tutti, anche le sanatorie hanno trovato, e per noi niente? Accelerano addirittura le procedure? Abbiamo addirittura fornito la nostra disponibilità ad aggiornare i nostri titoli, noi che spesso siamo plurilaureate. Avremmo sborsato anche tremila euro da dare alle università per seguire un altro percorso da aggiungere ai nostri titoli, avremmo fatto anche questo… e invece no, trovano la soluzione per tutti e per la nostra no. Hanno salvato Bonafede ma noi evidentemente abbiamo fatto qualcosa di terribile. Almeno dateci la disoccupazione. Tu mi lasci a piedi ma è stata una tua scelta, io ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato dove mi trovavo bene, sempre come insegnante in una paritaria, per assumere un ruolo nella scuola pubblica, che tu Stato mi hai offerto in un momento in cui pure la giurisprudenza era favorevole, ma ora dammi almeno la Naspi, se mi lascia a casa nonostante sia di ruolo”

Maestra Simona, com’è stata la sua Dad?

“Sono stati mesi difficili, come per tutti. Mi sono adattata alla situazione. Ero retribuita ed era mio dovere farlo. Si finiva tardissimo ogni giorno e si iniziava la giornata alle 7 del mattino perché a quell’ora iniziavano ad arrivare i compiti svolti dai bambini, e iniziavo a correggere, poi magari arrivava la telefonata della mamma, delle mamme”.

Ora che cosa farete?

Ci sarà una manifestazione l’8 luglio, davanti al Miur, e noi speriamo di avere delle risposte. Se non avremo delle risposte non ci limiteremo più a redigere delle lettere. L’estate è lunga: invece di passare l’estate al mare vuol dire che la passeremo davanti al Miur”

 

Al riguardo l’On. Flora Frate (Misto) ha spiegato:

“Ho formalmente depositato una interrogazione al Ministro dell’Istruzione per i diplomati magistrale, una vicenda tutt’altro che conclusa. Dopo le recenti pronunce, che hanno portato al reintegro di docenti nel posto di lavoro, è inevitabile avviare una seria riflessione che coinvolga il Parlamento e il Governo.

Quello dei diplomati magistrale è un tema complesso, che indaga responsabilità stratificatesi nel tempo. La giustizia amministrativa, in questi anni, ha prodotto e continua a produrre giurisprudenza contrastante. Non mi sorprende. Il legislatore ha innovato la materia con interventi normativi spesso contraddittori, tutt’ora annidati nel tessuto legislativo, e che sono alla base di sentenze altalenanti. Spetta alla politica, e a nessun altro, il compito di trovare una soluzione definitiva, tale da sottrarre la vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori dall’impazzimento incerto del diritto.

Di tecnici e presunti esperti, anche a fronte dei risultati pochi lusinghieri ottenuti, non se ne sente più la necessità. Il Ministero dell’Istruzione deve dare un indirizzo politico. Alla fine di giugno oltre 3mila docenti verranno licenziati e in questo momento, per la tenuta sociale ed economica del paese, è la cosa peggiore che si possa immaginare. Altro che superamento del precariato.

Quello dei diplomati magistrale è un caso emblematico, purtroppo non l’unico, che testimonia l’iniquità e la sgangheratezza di una legislazione scolastica da riformare e auspico che il Ministero sappia mostrare la giusta e doverosa sensibilità rispondendo nel merito, e tempestivamente, all’interrogazione depositata”.

da OrizzonteScuola