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Gps, precari storici in rivolta: Scavalcati da chi era dietro in graduatoria. Cambiati i punteggi con effetto retroattivo

Non bastava il sito di Istanze Online in continuo affanno, né le polemiche tra sindacati e ministra sulla mancata proroga dei termini. Le nuove graduatorie provinciali sono una fucina di polemiche e annunciate guerre giudiziarie. Sul piede di guerra, adesso, sono i precari storici che contestano i nuovi punteggi assegnati dal ministero.

Chiedono ragione del perché sono stati scavalcati in graduatoria da chi era dietro ma, soprattutto, perchè sono cambiati i criteri di assegnazione dei punteggi all’ultimo e in modo retroattivo. Per i precari storici si tratta di una incomprensibile rivoluzione delle regole del gioco, senza la minima premialità. Una scelta che costringe a ripartire da zero gli insegnanti chi in questi anni erano riusciti a scalare le graduatorie a suon di supplenze ed esperienza, e che cominciavano a vedere vicina la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro.

l tutto parte dalle nuove Graduatorie provinciali: l’inserimento delle domande scade domani, il 6 agosto, a mezzanotte. Fino a oggi i supplenti, che ormai conoscono a memoria valutazioni e punteggi, sapevano di dover acquisire determinate esperienze e specializzazioni per avanzare nei punteggi e quindi nella loro carriera lavorativa. Ma ora il ministero ha rimescolato tutto cambiando, in modo retroattivo, la valutazione di titoli e servizi. Così gli iscritti alle vecchie graduatorie si ritrovano oggi a perdere punti che avevano cumulato con le precedenti regole.

Un esempio? Chi ha insegnato Italiano con una supplenza annuale alle medie carica 12 punti. Mentre chi aveva  avuto una supplenza spezzata in più scuole, medie, licei, tecnici e professionali, prima caricava 12 punti in una graduatoria e 6 nelle altre. Ora invece chi ha insegnato in diverse classi di concorso (matematica alle medie e scienze alle superiori) o in diversi ordini di scuola durante l’anno potrà caricare 12 punti in tutte le graduatorie. Scavalcando così chi ha lavorato con contratti annuali a 18 ore (quindi solo su una materia, la cosiddetta “cattedra piena”). Anche i docenti di sostegno si ritroveranno ad avere lo stesso punteggio, e su tutte le classi di concorso, di uno che abbia fatto solo l’insegnante curricolare sulla materia.

Una scelta che per il ministero premierebbe chi si è sacrificato lavorando “a spezzatino”. Ma è una valutazione che non raccoglie molti consensi.  Altro caso denunciato riguarda la valutazione dei titoli. Per quanto riguarda i master, il ministero ha cambiato in corsa le regole riducendo il punteggio già acquisito per le graduatorie di terza fascia. “Gli sforzi anche economici che molti docenti hanno sostenuto per migliorare la propria formazione (ogni corso costa circa 600 euro), vengono vanificati” spiegano i docenti precari.

da OggiScuola 6 agosto 2020