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Fioramonti: “L’Italia non pensa mai alla scuola”/ Video “Mi vergogno di questo Paese”

L’ex ministro dell’Istruzione è intervenuto a “In Onda” per dire la sua circa il ritorno sui banchi il 14 settembre: “Serviva una programmazione anticipata”.

L’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (Gruppo Misto) è intervenuto nel corso della puntata della trasmissione “In Onda” di ieri sera, martedì 25 agosto 2020, in collegamento video con lo studio televisivo di Luca Telese e David Parenzo. Il politico ha detto la sua sul ritorno in classe, fissato per lunedì 14 settembre 2020: “Ci sono le linee guida del Cts che andranno rispettate, pur essendo state emesse tardissimo, anche perché, per questo Governo e per quello di prima, la scuola non è prioritaria. Ci sono i banchi che arriveranno e quindi li utilizzeremo e cercheremo al massimo di contenere qualunque rischio”. Personalmente, Fioramonti assumerebbe “più personale possibile, soprattutto in materia di sostegno: immaginiamoci un ragazzo con disabilità costretto a indossare la mascherina. In Parlamento ci fosse un solo parlamentare che indossa la mascherina correttamente! Tenerla per 5-6 ore è difficilissimo.

FIORAMONTI: “MI VERGOGNO DELL’ITALIA”

L’ex ministro Lorenzo Fioramonti ha poi fornito ulteriori spunti di riflessione mediante la sua digressione in ambito scolastico: “Noi dobbiamo ridurre il numero dei ragazzi nelle aule e negli spazi. Serviva però una programmazione anticipata, mi vergogno di stare in un paese che pensa alla scuola sempre alla fine e quando ci si pensa alla fine ci si deve arrangiare. Ora si è scoperto che gli scuolabus sono quelli che sono: ci avessimo lavorato da marzo avremmo potuto aumentare le corse”. Una problematica che si collega immediatamente a un’altra: Entrate scaglionate? Giustissime, ma cosa fa quel ragazzo che non ha lo scuolabus che lo porta a scuola in quell’orario? Lo aspetta fuori casa? Cosa fa il genitore che deve portare due figli a due orari diversi? Se solo si facesse della scuola una priorità, si potrebbero arruolare molti più insegnanti e ‘spacchettare’ queste classi. Avere la mascherina come unico deterrente significa avere fallito nella programmazione, perché questi dispositivi di protezione individuale li possedevamo anche a marzo”.