Il blocco quinquennale della mobilità dei docenti, introdotto dalla Legge n. 159 del 20 dicembre 2019, interessa tutti i neoimmessi in ruolo dal corrente anno scolastico 2020/21 a quelli che saranno i neoimmessi in ruolo nel corso dei prossimi anni, a prescindere dal canale/graduatoria di reclutamento (GAE, Concorsi 2016, Concorsi 2018, “call veloce”) e a prescindere dall’ordine e grado di scuola.
Il blocco quinquennale riguarda tutte le tipologie di movimento, i docenti non potranno, quindi, partecipare alla mobilità territoriale e alla mobilità professionale per 5 anni. Nello stesso modo non potranno chiedere per un quinquennio l’utilizzazione e l’assegnazione provvisoria nemmeno in presenza di salvaguardia della legge 104/92 nel frattempo sopraggiunta o in presenza di nuclei famigliari con figli.
Il Governo della XVIII legislatura, in sintonia con i nuovi orientamenti sulla regionalizzazione della scuola, ripristinò la norma sul vincolo quinquennale precedentemente sospesa, ma soltanto per il personale assunto dalle nuove GRME, con effetto del provvedimento a partire dal 1° settembre 2019 con eccezione del personale avente diritto individuato entro il 31 dicembre 2018. L’attuale Governo, invece di cancellare la disparità, ha voluto allargare il blocco a tutti i neoassunti, indipendentemente dal percorso di reclutamento, senza riflettere sulla illegittimità costituzionale del ripristino del blocco quinquennale stesso e della perdurante disparità di trattamento rispetto ai docenti assunti in passato.
La norma così introdotta, tesa a raggiungere nelle intenzioni del legislatore una ipotetica salvaguardia della continuità didattica sugli allievi e negli istituti in generale, risulta fortemente penalizzante per il personale coinvolto senza per altro garantire l’effettivo raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Lo Snals-Confsal chiede la rivisitazione della Legge n. 159 del 20 dicembre 2019 proponendo il reintegro dell’anno di immissione in ruolo su sede provvisoria con l’applicazione del blocco triennale all’ottenimento della sede definitiva a domanda, uniformando, così, il sistema come previsto per la mobilità del personale già assunto a tempo indeterminato.
In attesa di un’auspicata rivisitazione della norma diventa necessario, nell’immediato, che il MI, alla luce del perdurare dall’attuale emergenza epidemica e al fine di evitare disparità di trattamento tra il personale di ruolo e quello neoimmesso, riapra nuovamente il contratto della mobilità in considerazione anche dell’elevato numero di posti vacanti in organico di diritto.
Questo vincolo ha, peraltro, fatto fallire anche la procedura di immissioni in ruolo attraverso lo strumento della “call veloce”, ovvero l’assunzione in altre regioni dei docenti idonei ai concorsi o abilitati inseriti nelle GAE, concorrendo, tra le altre cose, a meno di 25 mila assunzioni in ruolo a fronte delle 85 mila autorizzate dal MEF.
Occorre, quindi, riaprire al più presto la contrattazione per porre all’ordine del giorno la deroga al blocco quinquennale di permanenza sulla scuola, imposto per legge con un connotato discriminante nei confronti del personale, perché riferito solo ad una sua parte. Inoltre, l’abolizione del vincolo rappresenta una misura necessaria nell’attuale situazione di gestione dell’emergenza per garantire al personale docente di potersi ricongiungere ai familiari e per assicurare ogni forma di assistenza utile anche ai congiunti disabili.
Lo Snals-Confsal proporrà il ripristino della mobilità regionale garantendo la mobilità tra province. Dovrebbero poi essere previste graduatorie provinciali in modo da avere assegnazioni più vicine alla residenza e ai nuclei familiari dei supplenti.
Il Segretario Generale
(Elvira Serafini)