Cresce il “popolo” dei contrari all’attuazione del concorso straordinario della scuola secondaria per 32 mila posti, il cui inizio è previsto giovedì prossimo: dopo la richiesta del Pd del rinvio e la replica della ministra Lucia Azzolina (“c’è un protocollo severissimo validato dal Cts che non è certo incline ad avallare rischi” e “non si spiega perché non vengano messi in discussione tutti gli altri concorsi”), in queste ultime ore si sono accavallati gli appelli a rimandare le prove poiché incompatibili con lo stato di pandemia.
Galli: si tenga conto dei problemi
Tra gli esponenti più autorevoli che hanno espresso questo pensiero figura anche Massimo Galli, primario di Malattie infettive al Sacco di Milano.
“Ricevo decine di mail da docenti precari preoccupati della sicurezza di un concorso che coinvolgerà oltre 60.000 persone e di non poterlo sostenere se in quarantena per covid 19, perdendo ‘l’occasione lungamente attesa’. Credo che si debba tenere ben conto di rischi e problemi”, ha scritto su Twitter il noto virologo.
Galli: si tenga conto dei problemi
Tra gli esponenti più autorevoli che hanno espresso questo pensiero figura anche Massimo Galli, primario di Malattie infettive al Sacco di Milano.
“Ricevo decine di mail da docenti precari preoccupati della sicurezza di un concorso che coinvolgerà oltre 60.000 persone e di non poterlo sostenere se in quarantena per covid 19, perdendo ‘l’occasione lungamente attesa’. Credo che si debba tenere ben conto di rischi e problemi”, ha scritto su Twitter il noto virologo.
La Gilda si appella a Conte
Anche i sindacati continuano a chiedere il posticipo delle prove. O almeno l’indizione delle prove suppletive. Ad iniziare dalla Gilda degli insegnanti.
“All’ostinazione della ministra Azzolina rispetto al concorso straordinario – dice il sindacato – rispondiamo rivolgendo un appello al presidente Conte affinché almeno vengano approntate prove suppletive per consentire di partecipare anche ai docenti precari in quarantena, da anni in attesa di un’occasione di stabilizzazione”.
“Con la curva del contagio in costante salita, far spostare i candidati da una provincia ad un’altra, se non addirittura da una regione a un’altra, è un azzardo che andrebbe evitato. Come abbiamo già ampiamente sostenuto, il buon senso dovrebbe indurre il Governo a rinviare le prove a tempi migliori”.
Salvini: follia, fermatevi
Anche l’opposizione politica è orientata in questo senso. Secondo il leader della Lega Matteo Salvini “il governo parla di ‘coprifuoco’ e di chiusure di bar, ristoranti e palestre, ma organizza un concorso straordinario che farà uscire di scuola e girare per l’Italia oltre 60.000 insegnanti. Follia, fermatevi”.
Pittoni (Lega): candidati poi a contatto con almeno 50 alunni
Gli fa eco il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura, secondo il quale il nuovo Dpcm “ignora totalmente la questione concorsi”: eppure il Governo “dovrebbe occuparsi del contenimento del contagio a tutti livelli”.
“Se non arriva lo stop che da tempo chiede la Lega al duo Conte-Azzolina, una procedura tutt’altro che urgente per i docenti da giovedì 22 metterà in movimento sul territorio nazionale qualcosa come 66.000 candidati. Di questi, tra l’altro, buona parte già insegna e quindi, una volta rientrato, si ritroverà a contatto con 50/200 alunni”, conclude Pittoni.
Meloni (FdI): quali erano le priorità?
Amaro è anche il commento di Giorgia Meloni: in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’, la leader di FdI sostiene che per “tutta l’estate” il Governo è stato “a parlare dei banchi con le rotelle, ora il concorso per migliaia di docenti: erano le priorità? Bisognava dotarsi di termoscanner, di tensostrutture, era prioritario coinvolgere privati per mettere a disposizione i loro spazi”.