Nel luglio 2019 un ragazzo di 17 anni si è tolto la vita nella Capitale: pare che un suo insegnante lo prendesse ripetutamente in giro per le sue difficoltà nell’apprendimento
Un 17enne di Roma si è tolto la vita nel luglio 2019, impiccandosi nel garage di casa. L’episodio, come si evince agevolmente dalla data, risale ormai a un anno e mezzo fa, ma è tornato prepotentemente in auge nelle ultime ore in quanto, come riferito da “Il Messaggero”, la Procura capitolina ha ufficialmente aperto un’inchiesta a carico di ignoti relativa al gesto estremo compiuto dal ragazzo, in quanto, stando a quanto raccolto dagli inquirenti, un professore l’avrebbe preso in giro per tutta la durata dell’anno scolastico sotto gli occhi dei suoi compagni di classe e questi ultimi avrebbero già confermato alla polizia la veridicità di questa ricostruzione.
Stando a quanto raccolto dal quotidiano romano, la sofferenza provata dal giovane sarebbe stata davvero intensa, tanto da indurlo a sfogarsi con alcuni amici fidati, dicendo loro di volersi fare del male, sino a quando quei propositi verbali, che forse nessuno pensava si sarebbero mai potuti tradurre in realtà, hanno preso vita, culminando nel suicidio, che inizialmente le forze dell’ordine hanno analizzato come un caso tradizionale di gesto anticonservativo. Ora, però, con le testimonianze dei compagni di classe, lo scenario potrebbe subire una mutazione.
“UMILIATO DAL PROF”, 17ENNE SI SUICIDA: DOCENTE NEI GUAI?
Le presunte vessazioni del professore nei confronti del 17enne suicida a Roma sarebbero state accentuate dalle difficoltà di apprendimento che lo studente aveva manifestato e delle quali era pienamente consapevole. I suoi amici e compagni di scuola non fanno altro che ripetere agli inquirenti ciò che è già ampiamente noto: quel docente si accaniva contro il ragazzo nel corso delle sue lezioni, sottolineandone le debolezze del suo carattere. Il malessere in lui era crescente: forse provava vergogna per i suoi limiti (problema comune nell’adolescenza, ma che in realtà non deve esistere: ognuno di noi è speciale nella sua imperfezione, ndr), ma certo quelle continue parole, frecciate, punzecchiature da parte dell’insegnante non possono avere fatto altro che minare le (poche) residue certezze rimaste nel ragazzo, che ha deciso così di farla finita. Le forze dell’ordine ora stabiliranno il da farsi, ma con ogni probabilità convocheranno il professore per ascoltare la sua versione dei fatti e confrontarsi con lui sul grave accaduto.
Il Sussidiario – – Alessandro Nidi