E’ online la nuova edizione 2021 di Eduscopio.it della Fondazione Agnelli (www.eduscopio.it), con i dati aggiornati sulle scuole secondarie di II grado che meglio preparano agli studi universitari o al lavoro dopo il diploma. Il portale – nato nel 2014 e gratuito – si propone di aiutare gli studenti e le loro famiglie nella scelta del percorso di studi dopo la terza media. Dalla nascita a oggi circa 2,1 milioni di utenti unici hanno visitato il portale Eduscopio.it, consultando oltre 10,1 milioni di pagine, numeri che testimoniano la grande domanda d’informazione e trasparenza da parte delle famiglie sulla qualità delle scuole superiori.
Eduscopio consente allo studente di comparare le scuole dell’indirizzo di studio che interessa nell’area dove risiede, sulla base di come queste preparano per l’università o per il mondo del lavoro dopo il diploma. «Il periodo della pandemia – ha detto il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto – ha reso evidente a tutte le famiglie l’importanza della scuola e delle scelte educative per i propri ragazzi. Le informazioni, i dati e i confronti fra le scuole che si trovano in Eduscopio possono essere molto utili, in modo particolare, a chi non si accontenta del “passa parola” e a quanti non possono contare su reti sociali e culturali forti. Lo diciamo ogni anno: senza voler essere l’unica risorsa né poterci dire in assoluto quale sia l’istituto migliore di una regione o addirittura del Paese, il portale può aiutare ogni studente e la sua famiglia a fare una buona scelta nel territorio di residenza».
Per la nuova edizione di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato i dati di 1.267.000 diplomati italiani di 7.500 scuole in tre successivi anni scolastici (2015/2016, 2016/2017, 2017/2018). La possibilità di lavorare a partire da grandi banche dati consente analisi più oggettive e affidabili. Le analisi e i confronti di Eduscopio si riferiscono a due compiti educativi fondamentali:
• la capacità di licei e istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari;
• la capacità di istituti tecnici e istituti professionali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università e vogliono subito trovare un impiego.
In questi anni si sono in generale consolidati i risultati degli indirizzi nati negli anni successivi alla riforma Gelmini del 2010: in particolare, i Licei scientifici delle scienze applicate scorporati da quelli dei Licei scientifici tradizionali, e i Licei delle scienze umane – opzione Economico sociale scorporati da quelli degli altri Licei delle Scienze Umane.
Ormai al terzo anno, si conferma anche l’interesse dell’indicatore chiamato Percentuale di diplomati in regola, che ci dice per ogni scuola quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciature il diploma cinque anni dopo. Se la percentuale è alta, la scuola è molto “inclusiva” e si impegna a portare avanti il maggiore numero di studenti, senza praticare una severa politica di selezione e scrematura: così gli studenti hanno percorsi più regolari. Se la percentuale è bassa, la scuola è molto selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature e/o hanno abbandonato l’istituto.
Fin dalla prima comparsa di questo indicatore in Eduscopio, le analisi hanno sottolineato come non vi sia relazione sistematica tra selettività della scuola e risultati dei diplomati all’università. Anzi, si conferma una correlazione positiva, secondo la quale in media sono proprio gli studenti delle scuole che meno selezionano durante il percorso a ottenere poi i risultati migliori all’università.
In che misura, invece, la presente edizione di Eduscopio già risente degli effetti della pandemia? Per quanto riguarda la sezione Università, gli effetti del Covid-19 e del primo lockdown non sono ancora avvertibili: la nostra indagine, infatti, non include i risultati delle sessioni di esami universitari successivi all’aprile 2020. Diverso è, invece, il discorso per la sezione Lavoro, che riguarda gli istituti tecnici (economici e tecnologici) e professionali (servizi e industria/artigianato), i cui diplomati in prevalenza cercano subito occupazione dopo la maturità. In questo caso l’indice di occupazione misurato da Eduscopio 2021 (definito come la percentuale di occupati che hanno lavorato almeno 6 mesi entro i primi due anni dal diploma, calcolata su quanti non si sono immatricolati all’università) per i diplomati nel giugno 2018 (cioè, l’ultima delle tre coorti di diplomati presenti in questa edizione) prende in considerazione il periodo che arriva fino a settembre 2020. Ci sono, dunque, circa sei mesi di “effetto Covid”, che risulta già piuttosto visibile.
Se, infatti, negli anni precedenti all’emergenza sanitaria l’indice di occupazione calcolato da Eduscopio risultava in crescita sostanzialmente in tutti gli indirizzi di studio di molte regioni, oggi tale indice registra una sensibile riduzione proprio per i diplomati nell’a.s. 2017/18, che hanno avuto maggiori difficoltà a trovare lavoro durante la pandemia.
Rispetto ai loro compagni di scuola di un anno più vecchi il calo è di circa 8 punti percentuali per i diplomati tecnici e professionali del Nord-Est (dove i livelli di occupazione dei diplomati a due anni erano più alti, sopra il 70%), fra 7 e 8 punti nel Nord-Ovest e intorno a 7 nel Centro. La riduzione è inferiore – 5 punti percentuali – nel Sud e Isole, dove però i livelli occupazionali dei neodiplomati sono già in partenza notevolmente più bassi, al di sotto del 40%.
«La pandemia di Covid-19 – ha detto Mario Mezzanzanica Direttore del CRISP e Prorettore al Placement dell’Università di Milano Bicocca – ha avuto il suo massimo impatto negativo sul mercato del lavoro nei primi cinque mesi del 2020 con ripercussioni in particolare sui giovani e sul genere femminile. I dati di Eduscopio evidenziano in termini quantitativi questa dinamica, mostrandone l’impatto sui territori regionali. Se da una parte le percentuali di maggior riduzione si sono manifestate al nord e al centro del paese, non si può certo ignorare che al sud il calo di opportunità lavorative per i neodiplomati conferma la grande criticità per i giovani presente da troppi anni. Certamente stiamo assistendo ad una ripresa economica e produttiva che già nel primo semestre 2021, in diversi settori economici, mostra segnali positivi con una domanda crescente di professionalità vicina o superiore al 2019. Occorre cogliere la sfida del PNRR come opportunità decisiva per la ripresa occupazionale del paese ed in particolare per i giovani».
Come funziona Eduscopio.it ?
Per avere idee più chiare su quale sia la scuola più “giusta” per le proprie aspettative e inclinazioni, lo studente non dovrà fare altro che seguire un semplice percorso sul portale, specificando
- se è orientato a una scelta che porti all’università o piuttosto al lavoro dopo il diploma;
- quale indirizzo di studio (liceo scientifico, istituto tecnico economico ecc.) è orientato a scegliere;
- in quale comune italiano risiede.
In pochi click avrà la possibilità di confrontare gli esiti delle scuole che si trovano nella sua zona e offrono quell’indirizzo di studi.
Le scuole che preparano per l’università in Eduscopio.it
In questa sezione del portale sono considerati soltanto i licei e gli istituti tecnici, con l’eccezione di quelli della Regione autonoma Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano. Non tutte le scuole hanno, infatti, come missione primaria quella di preparare alla prosecuzione in corsi universitari. Alcune, come gli istituti professionali, perseguono soprattutto l’obiettivo di favorire l’ingresso sul mercato del lavoro dei propri diplomati. Pertanto, non avrebbe senso valutarli primariamente in base al criterio dei risultati universitari e perciò tali istituti non compaiono in questa sezione del portale.
All’opposto, la maggioranza degli studenti dei licei proseguono gli studi all’università. Anche negli istituti tecnici, nonostante il loro prevalente intento professionalizzante, una percentuale considerevole di diplomati (in media almeno 1 su 3) preferisce la prosecuzione degli studi al livello universitario piuttosto che l’ingresso immediato nel mercato del lavoro. Per queste ragioni abbiamo preferito limitare in questa sezione la nostra analisi alle scuole di indirizzo liceale e
tecnico, basandoci sui dati dell’Anagrafe degli Studenti (ANS) e nell’Anagrafe degli Studenti Universitari e deiLaureati (ANSUL) del MIUR.
Per dare maggiore solidità statistica ai risultati, abbiamo deciso di considerare solo licei e istituti tecnici che mandano un congruo numero di diplomati all’università (almeno 1 su 3). Per evitare che il risultato complessivo dipenda dalle performance di pochi studenti particolarmente brillanti o carenti, abbiamo introdotto un’altra condizione: consideriamo solo le scuole che per almeno un indirizzo di studio mandano all’università un numero non inferiore a 21 diplomati nell’arco del triennio considerato. Dunque, si adotta sia una soglia relativa (almeno un terzo di diplomati per indirizzo di studio devono proseguire) sia una soglia assoluta (almeno 21 studenti per indirizzo di studio in un triennio) per attenuare il rischio di misurazioni distorte.
Sulla base di questi criteri, si è deciso di seguire più di 700mila diplomati nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (anni accademici, 2015/16, 2016/17, 2017/18). A partire dal numero di esami superati e dalla media dei voti ottenuta traiamo indicazioni sulla qualità delle scuole secondarie di provenienza e la esprimiamo in sintesi nell’Indice FGA: il nostro indicatore pesa al 50% la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami).
Le scuole che preparano al lavoro in Eduscopio.it
In questa sezione troviamo gli istituti tecnici (indirizzi economico e tecnologico) e tutti gli istituti professionali (settori Servizi e Industria e artigianato) di tutta Italia, nuovamente con l’esclusione di Valle d’Aosta e Alto Adige. Abbiamo analizzato gli esiti lavorativi di più di 550mila diplomati. Due sono state le fonti dei dati. La prima è nuovamente l’Anagrafe Nazionale degli Studenti (ANS) del MIUR, dalla quale vengono tratte le informazioni sugli studenti che hanno conseguito un diploma in una scuola statale o paritaria.
La seconda è rappresentata dalle Comunicazioni Obbligatorie (CO) del Ministero del Lavoro, che descrivono per ogni lavoratore dipendente gli eventi che ne caratterizzano la carriera lavorativa, il cui trattamento è stato realizzato attraverso gli standard qualitativi del CRISP (Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica Utilità) dell’Università Milano Bicocca.
La comparazione tra le scuole viene proposta sulla base di due indicatori fondamentali:
a. la percentuale dei diplomati “occupati” (che hanno lavorato per più di sei mesi in due anni dal diploma) in rapporto ai diplomati che non si sono immatricolati all’università.
b. la coerenza tra studi fatti e il lavoro svolto.
da Tuttoscuola – 12 novembre 2021