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DOCENTI, CONCORSO: si cambia

Concorsi insegnanti, le novità della riforma Brunetta: scritto da 50 quesiti in un’ora e quaranta minuti di tempo, test orale solo in caso di raggiungimento del punteggio minimo

Concorsi insegnanti, arriva la svolta. Vanno in archivio le precedenti maxi selezioni per docenti e professori, che verranno rimpiazzate da test più snelli, come precede il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con le nuove regole introdotte dalla riforma Brunetta. Come riporta il “Corriere della Sera”, le bozze dei decreti preparate dal Ministero dell’Istruzione prevedono che per entrare in ruolo si verrà valutati in base ai titoli e bisognerà superare un test scritto al computer da 50 domande in cento minuti, al quale farà seguito il test orale.

Per accedere a quest’ultima prova, occorrerà centrare un punteggio minimo di 70 punti nello scritto. Inoltre, “i concorsi avranno natura territoriale. I percorsi di accesso al posto pubblico prevedono l’abbandono del modello dei concorsi centralizzati, con graduatorie a scorrimento e durate pluriennali”. Un’impostazione, va da sé, che non può certo dirsi compatibile con le esigenze della scuola di reclutare personale rapidamente. Non a caso il ministro Patrizio Bianchi ha inteso bandire concorsi annuali per la selezione dei docenti.

CONCORSI INSEGNANTI: “BANDITI 40MILA POSTI”

Nel prosieguo del servizio pubblicato sul “Corriere della Sera”, si legge inoltre che c’è incertezza circa la data di svolgimento delle prove. Stando a quanto filtrato fino a questo momento, i primi concorsi per insegnanti dovrebbero prendere il via a metà dicembre, con i primi bandi che prevedono l’assegnazione di 40mila cattedre: più dettagliatamente, si tratta di 13mila posti per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e circa 27mila per le medie e le superiori.

Il Ministero dell’Istruzione prevede che aderiscano più di 500mila candidati, mentre per le selezioni seguenti scatterà una modifica prevista dal decreto Sostegni bis. Inoltre, “il 30% dei posti sarà riservato a chi ha svolto almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi dieci anni”. Si ha, di fatto, l’intenzione di premiare l’esperienza accumulata sul campo.

 – Alessandro Nidi

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