Spostato al 18 novembre l’incontro che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi aveva fissato con i sindacati della scuola. Con la stessa impostazione e lo stesso ordine del giorno, la Legge di Bilancio, fissato prima dell’atto ufficiale di stato di agitazione da parte di FLC CGIL, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams.
La dichiarazione dello stato di agitazione ha interrotto le normali relazioni sindacali, per questo le quattro sigle fanno sapere attraverso un comunicato i motivi per i quali non hanno preso parte all’incontro. Intanto il Ministero dell’Istruzione dichiara che l’incontro convocato già prima dell’annuncio, da parte di alcune sigle, dello stato di agitazione, si è svolto in un clima disteso. Il Ministro Bianchi ha ribadito “l’impegno mio e del Ministero per far valere le ragioni della scuola. Siamo tutti al lavoro, anche in vista del passaggio in Parlamento della manovra di bilancio”.
“Ci aspettavamo una diversa sede di discussione e confronto – dichiarano Sinopoli, Turi, Serafini (Snals – ndr) e Di Meglio – magari dopo una valutazione politica che coinvolgesse l’intero Governo per cercare di comporre la vertenza in atto dando possibili risposte alle problematiche che abbiamo sollevato”.
“Il momento è particolarmente serio: il testo della legge di Bilancio non contiene le risorse necessarie per il rinnovo del contratto – scrivono i sindacati della scuola -; le relazioni tecnica e politica spostano denaro da un capitolo all’altro, a parità di impiego di risorse e persone, con giustificazioni formali, offensive e gravissime nei confronti dei docenti; gli interventi normativi, come la mobilità del personale, vengono fatti a costo zero; l’organico Covid, strumento d’emergenza utilizzato in pandemia, viene prorogato per gli insegnanti ma non per il restante personale. Sono questi i temi sui quali vorremmo confrontarci con il Ministro”.
“La Legge di Bilancio l’abbiamo letta bene, la scuola è completamente marginalizzata e bisogna rimediare. Ci aspettiamo che il ministro intervenga affinché il Governo assuma come centrali i temi che preoccupano il personale della scuola. Non è con gli annunci in divenire del Pnrr che si promuove e si investe sulla scuola, servono le risorse in Finanziaria. Le infrastrutture della scuola sono sostanzialmente il suo personale. Bisogna prendersi cura di chi a scuola lavora, garantendo stabilità del personale, classi meno numerose, mobilità liberata dai vincoli e pienamente contrattualizzata, eliminando il precariato e garantendo retribuzioni adeguate”.
“Nei mesi scorsi è stato firmato un Patto per la Scuola che è rimasto completamente inattuato nei modelli, negli obiettivi, negli investimenti. Ci aspettiamo un deciso cambio di rotta – concludono i sindacati – altrimenti la risposta non potrà che essere la mobilitazione generale della categoria”.
19 novembre 2021
da Tuttoscuola