Ministero restituisce soldi ai docenti precari, i troppi anni di precariato non vanno tassati. A deciderlo il Tribunale.
“Restituite i soldi ai docenti”. Il Tribunale di Modena ha condannato il Miur a restituire agli interessati l’importo già trattenuto a titolo di tassazione Irpef sul risarcimento del danno ottenuto con una precedente sentenza negli anni scorsi. Tutto questo perché l’assegno di risarcimento del danno per abusiva reiterazione dei contratti a termine non va tassato.
Con un’importante sentenza, che contribuirà a fare giurisprudenza sul tema, la Sezione Lavoro del Tribunale di Modena ha condannato il Ministero dell’Istruzione a restituire alcuni importi di denaro a cinque docenti che avevano subìto la tassazione alla fonte sull’assegno di circa 32.000 euro cadauno, corrispondente a quindici mensilità di stipendio, che avevano ottenuto grazie a una precedente sentenza dello stesso Tribunale a titolo di risarcimento per l’abusiva reiterazione dei contratti di lavoro a termine, che come i lavoratori della scuola sanno sono molto diffusi da decenni nella scuola italiana. Solo che come detto su quella ingente somma il Miur aveva trattenuto circa 7.000 euro su ciascuno degli importi, a titolo di Irpef, quasi che il risarcimento fosse un reddito. Il giudice, accogliendo le istanze dei docenti, ha invece ora inquadrato il risarcimento come compensazione della perdita di chances connaturata al precariato abusivo.
La giustificazione contabile recava invece la voce arretrati
commenta ora Vincenzo Brancatisano, docente di Diritto presso l’Ite Barozzi di Modena, e giornalista collaboratore di Orizzonte Scuola, che ha portato avanti fin da subito la propria tesi giuridica, peraltro esposta assieme ad altre tesi vincenti nel suo libro inchiesta “Una vita da supplente. Lo sfruttamento del lavoro precario nella scuola pubblica italiana” (Ed. Nuovi Mondi). A capo di un gruppo di cinque docenti modenesi (tra cui M. Di Ruocco, S. Gherpelli, M. Massaro) tutti assistiti dall’avvocatessa Maria Grazia Pinardi di Bologna – che aveva patrocinato la precedente causa vinta dai docenti anche davanti alla Corte d’Appello del capoluogo emiliano, con una sentenza definitiva che ha riconosciuto il citato risarcimento dei danni e l’adeguamento della carriera del periodo di precariato alla carriera dei docenti di ruolo Brancatisano è convinto che la somma ottenuta non sia un reddito, assoggettabile a tassazione, ma sia invece un risarcimento del danno emergente, una perdita di chances, e in quanto tale non equiparabile a un reddito.