Valutazione congiunta dei rischi e confronto sulle fasce di complessità delle scuole. Incontro al MI. Lo Snals-Confsal ha proposto una serie di emendamenti alla bozza del DM che l’Amministrazione ha assicurato di valutare con la dovuta attenzione
Si è volto da remoto, presso il MI, lo scorso 23 marzo, l’incontro di informazione sindacale sul DM che disciplina le modalità di attuazione delle previsioni dell’art 18 del DLGS 81/2008 come modificato dalla Legge 215/2021. La riunione prevedeva anche la ripresa del confronto sulla definizione delle fasce di complessità delle istituzioni scolastiche.
Sulla bozza di DM relativa alla valutazione congiunta dei rischi tra gli enti locali e i dirigenti scolastici, lo Snals-Confsal ha osservato che la formulazione del decreto disattende l’intento della legge, in quanto in esso viene prevista, al comma 5 dell’art 3, la possibilità di una inerzia degli enti locali. In tal caso la redazione del documento di valutazione del rischio verrebbe affidata in via esclusiva ai dirigenti scolastici e gli enti locali si limiterebbero ad una semplice presa d’atto, priva tra l’altro di qualsiasi valore giuridico e pertanto nemmeno impugnabile in caso di vertenza giudiziaria. Il decreto non fa chiarezza sui limiti della competenza dei dirigenti scolastici che la legge ha tra l’altro previsto solo per i compiti di gestione delle attività delle scuole. Lo Snals-Confsal ha proposto una serie di emendamenti al testo che l’Amministrazione ha assicurato di valutare con la dovuta attenzione.
In merito al confronto sulla definizione delle fasce di complessità, i cui effetti si avranno a partire dal prossimo anno scolastico, lo Snals-Confsal ritiene che esso richieda preliminarmente la rilevazione degli effetti di tali criteri sui livelli della parte variabile delle retribuzioni di posizione attualmente previste per le diverse istituzioni scolastiche. Lo Snals-Confsal considera prioritario garantire gli attuali livelli retributivi dei dirigenti scolastici e chiede pertanto che il confronto sulle fasce debba essere accompagnato dall’avvio della contrattazione dei criteri di riparto del FUN (per l’a.s. 2022/2023 pari a 262.000,00 euro – lordo dipendente) tra quota destinata alla parte variabile della retribuzione di posizione e quota destinata alla retribuzione di risultato. Tra l’altro abbiamo sostenuto l’opportunità dell’incremento relativo della quota per la retribuzione di posizione fino a garantire il mantenimento delle attuali retribuzioni. Il passaggio alla contrattazione nazionale dei criteri per la determinazione delle fasce dovrà avvenire con gradualità e progressione per contenere gli eventuali effetti negativi sull’entità delle retribuzioni di posizione esistenti in alcune regioni. C’è da dire, poi, che dal 2020/2021 il costo delle reggenze peserà sulla quota del FUN destinata alla retribuzione di posizione e ciò determinerà ulteriori sofferenze per la retribuzione accessoria dei dirigenti scolastici.
Durante l’incontro ci è stato comunicato che è stato finalmente certificato il FUN 2019/2020 e le contrattazioni integrative regionali potranno essere avviate relativamente a tale annualità.
Con l’occasione è stato anche chiesto di dar corso all’atto di indirizzo per la contrattazione sulla mobilità interregionale dei dirigenti scolastici e che in ogni caso le modalità applicative delle recenti previsioni di legge siano oggetto, comunque, delle trattative che devono assolutamente prendere avvio.