IL MINISTRO PER LA PA HA FIRMATO L’ATTO DI INDIRIZZO PER IL RINNOVO DEL CCNL TRIENNIO 2019/2021 – SI PARTE IL 17 MAGGIO CON LA CONVOCAZIONE DEI SINDACATI PRESSO LA SEDE DELL’ARAN
Il10 maggio, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato l’Atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021 per il personale del comparto dell’Istruzione e della Ricerca.
“Perché la Scuola si rinnovi – si legge nelle premesse – è cruciale l’apporto dei Docenti e di tutto il personale, quale che sia l’inquadramento professionale e la tipologia del contratto di lavoro. Punti di riferimento per il raggiungimento di tali obiettivi saranno il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” e il “Patto per la Scuola al centro del Paese” nonché il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” del 10 aprile 2021“.
Le principali novità del documento riguardano il lavoro agile, la didattica a distanza, la formazione e l’ordinamento professionale del personale ATA con specifico rifermento per il DSGA, il welfare.
Lavoro agile
Nel Contratto, saranno disciplinati le modalità di svolgimento del lavoro agile nonché gli istituti normativi ed economici ad esso pertinenti, per tutte quelle attività e/o servizi gestionali, informativi, a supporto della didattica e/o della ricerca che non richiedano in via esclusiva la presenza. L’obiettivo da conseguire è il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo, al contempo, l’equilibrio fra vita professionale e vita privata.
Accanto al lavoro agile, potrà trovare inoltre regolamentazione il lavoro da remoto (telelavoro domiciliare e altre forme di lavoro a distanza come il coworking o il lavoro decentrato in centri satellite), che può essere prestato in luogo idoneo e diverso dalla sede dell’ufficio, con vincolo di tempo, nel rispetto degli obblighi di presenza derivanti dalle disposizioni in materia di orario di lavoro e con la garanzia di tutti i diritti previsti per i lavoratori in presenza.
Formazione del personale
La formazione e la riqualificazione del personale devono assumere una rinnovata centralità quale diritto del dipendente pubblico da conciliare con le esigenze organizzative dell’amministrazione.
La formazione continua è un diritto e un dovere del personale scolastico che si esplica all’interno dell’orario di servizio.
Welfare
Possibili aree di intervento saranno rappresentate da: sostegno alla genitorialità, prestazioni sanitarie, formazione e mobilità sostenibile.
Si aprirà il 17 maggio alle ore 15 presso l’Aran il tavolo per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del personale della scuola.
Nei giorni scorsi, infatti, il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha firmato l’atto di indirizzo al quale l’Aran si dovrà attenere.
Nel documento è stata inserito anche il capitolo sulla parte economica che conferma quanto già si sa da tempo: le risorse, di per sé, saranno appena sufficienti per garantire un aumento di 95-100 euro lordi mensili medi.
L’importo complessivo disponibile per Scuola e Afam è questo
2019 622,85 milioni
2020 936,02 milioni
2021 2.021,26 milioni
Lo stanziamento dovrà servire per il contratto di 1.155.000 dipendenti e e quindi il conto presto fatto: a regime (e cioè a partire dal 2021) l’incremento stipendiale sarà in media di circa 135 euro lordi, da cui bisogna però detrarre il 38,38% degli oneri riflessi a carico dello Stato; e si arriva così ai famigerati 97 euro di cui si parla da tempo.
Ma, come abbiamo detto, si tratta di un valore medio: nel concreto l’aumento lordo potrebbe variare da 80 euro (collaboratori scolastici) a 150 euro (insegnanti di secondaria di secondo grado a fine carriera).
Qualche spicciolo in più dovrebbe però esserci per il personale Ata, destinatario di uno specifico stanziamento contenuto nella legge finanziaria per il 2022; ma si tratta appunto di cifre modeste, pari allo 0,55% del monte salari complessivo.
Per gli insegnanti, poi, c’è a disposizione il fondo per la cosiddetta “valorizzazione della professionalità docente” (poco più 300 milioni di euro, dai quali bisognerà però ricavare le risorse necessarie per finanziare alcune misure previste dal DL 36 all’esame del Senato proprio a partire da questi giorni).