Il nostro ministro dell’Istruzione non parla con i docenti, non parla con i sindacati della scuola, ma è molto loquace con i mass-media. Questa volta va in scena a Sky Tg24 con un’intervista in occasione della fine dell’anno scolastico.
Che ci dice di nuovo il nostro Patrizio Bianchi?
“Ho molto rispetto dei sindacati, il governo e il Parlamento devono intervenire, ma lasciando sempre uno spazio e un margine ai sindacati. Ma non c’è dubbio: dobbiamo porci tutti il tema di una riqualificazione anche delle retribuzioni dei nostri insegnanti, ma è un tema da affrontare in tutta la sua dimensione”.
“Abbiamo quasi 1,5 milioni di personale della scuola, quindi quando si interviene su questo ha un peso a livello nazionale molto alto. Ma non c’è dubbio – ha spiegato il Ministro – che oggi abbiamo non solo l’insegnante, ma un insegnante che svolge funzioni fondamentali per una scuola innovativa, che fa sperimentazioni, c’è un tema di orientamento, sicurezza, di rapporti con il territorio: tutte funzioni che a loro volta vanno riconosciute e valorizzate. Quindi non è solo un problema di salario minimo, ma di riconoscere funzioni importanti che gli insegnanti e il personale fanno per gestire un corpo articolato e di dimensioni notevoli come quello della scuola”.
“Riqualificazione delle retribuzioni dei nostri insegnanti”, riconoscere funzioni importanti che gli insegnanti e il personale fanno”. Giusto, ma lo deve dire a se stesso ed al Governo a cui appartiene, per dimostrare che le parole devono essere sempre accompagnate dalle azioni a controprova di quel che si dice.
Se il ministro dice qualcosa solo per fare bella figura, allora sarebbe meglio che restasse in silenzio, perché se non vengono seguite dai fatti, le parole non contano, non servono, non valgono: arriva sempre il momento della verità.
Già una volta il ministro Bianchi ha fatto la figura di Pinocchio, quando l’1 aprile 2021 a Rai Radio 1 dichiarò: “Ai docenti (e a tutti i lavoratori della Scuola, essenziali alla Scuola stessa) riconosceremo un aumento di stipendio di almeno 600 euro mensili netti. Ben al di sotto, lo so, di quei 1.200 che separano i docenti italiani dalla media dei colleghi europei. Ma è solo l’inizio”.
Che faccia tosta! Ma forse non abbiamo tenuto conto che quando il ministro parlava era il primo aprile e pertanto….
A fine 2019 l’allora ministro Fioramonti si dimise soprattutto per questo motivo, dichiarando che sul fronte stipendiale comprendeva “la posizione del sindacato”.
La coerenza è una dote che non tutti posseggono ed in giro vi sono molti pataccari.
Da qui, ministro Bianchi, nasce la delusione, il vuoto e la mancanza di fiducia. Il personale della scuola esige coerenza, rispetto e responsabilità.
Le trattative riguardanti il rinnovo contrattuale non vanno certo nella direzione delle parole del ministro Bianchi ed allora le sue parole si trasformano in fumo, in un fumo fragile che scompare al primo soffio di vento.
Giuseppe Antinolfi
Segretario Provinciale
SNALS CONFSAL di Milano