I sindacati critici: “Così non va, la politica ci ascolti”
“È stata approvata nelle Commissioni al Senato una riforma importante che pone la formazione iniziale per tutti e per chi vuole svolgere le funzioni importanti di guida all’interno della scuola. Adesso la riforma compirà il suo percorso ma questo è un passaggio molto importante”.
Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in riferimento alla riforma del reclutamento e della formazione del personale.
Al Corriere della Sera, poi, aggiunge: “Chi vorrà diventare professore farà le magistrali e poi dovrà ottenere 60 crediti ovvero una sorta di master che verranno fatti dalle università. Verrà inoltre spiegato come si insegna, mentre una parte dei crediti sarà sulla pedagogia del vivere insieme e ci sarà un tirocinio guidato. Un percorso chiaro, insomma. Si faranno concorsi annuali. Sarà una formazione per tutti, dedicata anche all’acquisizione del digitale. Abbiamo 800 milioni dal Pnrr per formare 650 mila docenti anche all’uso responsabile del digitale. E sono previsti premi consistenti fino al 20% in più dello stipendio”.
I sindacati: “Così non va, domani in piazza”
Sindacati di nuovo in piazza domani, 22 giugno, per ribadire le ragioni della scuola rimaste finora inascoltate.
L’appuntamento è per le 17.30 a Roma, in piazza Vidoni, dove fino alle 20 FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams si confronteranno con i rappresentanti delle forze politiche per rilanciare la discussione su temi che vanno dal rinnovo del contratto, per il quale è necessario l’investimento di ulteriori risorse, alla lotta al precariato, al rispetto delle prerogative contrattuali.
Oltre a rimarcare le loro forti critiche al decreto legge in discussione alle Camere, per il quale hanno sollecitato corposi interventi emendativi, i sindacati chiedono al Governo e al Parlamento un cambio di passo sostanziale per riconoscere centralità al sistema scolastico e formativo attraverso investimenti che ne rafforzino la presenza su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree dove maggiore è il disagio socio economico.
“La trattativa per il contratto deve quanto prima entrare nel vivo delle questioni da affrontare, tra le quali il potere di acquisto degli stipendi, la mobilità e le progressioni economiche del personale, su cui è necessario riaffermare la piena competenza del negoziato e respingere incursioni legislative non più tollerabili. Soltanto in questo modo il Governo potrà onorare l’impegno, più volte dichiarato, di valorizzare il confronto con le parti sociali”, si legge in una nota.
Di Andrea Carlino – OrizzonteScuola – 21 giugno 2022