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Pensione anticipata precoci 2023 ” 41 aa”

L’INPS ha già attivato la funzione per presentare domanda on line di certificazione diritto a pensione 2023 lavoratori precoci “41 aa”. Si precisa che si tratta di pensione diversa dalla c.d. “QUOTA 103” (41aa+62)

Il prossimo anno si potrà uscire con 62 anni e 41 anni di contributi ma la misura dell’assegno non potrà eccedere i 2.800€ al mese sino al raggiungimento dei 67 anni. I dettagli della Finanziaria 2023 apparsa in Gazzetta Ufficiale.

Pensione con Quota 103 con un incentivo alla permanenza in servizio, rivisitazione di Opzione Donna, rinnovo dell’ape sociale, riduzione delle fasce di perequazione delle pensioni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo (cioè oltre 2.100€ lordi mensili). Sono le principali novità sul fronte pensionistico per il 2023 contenute nella Finanziaria approdata ieri in Gazzetta Ufficiale dopo una maratona parlamentare durata oltre un mese. Si tratta della legge n. 197/2022 (G. U. n. 303 del 29 dicembre 2022). Vediamo in sintesi quali sono le principali novità.

«Quota 103»

La novità più importante è l’introduzione della cd. «Quota 103», chiamata anche «pensione anticipata flessibile». Potrà essere utilizzata dai lavoratori iscritti alle gestioni Inps (dipendenti, pubblici, autonomi) in possesso di 62 anni e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Si tratta di una sorta di evoluzione di Quota 100 (durata sino al 31 dicembre 2021) e Quota 102 (durata sino al 31 dicembre 2022) perché ne mutua tutte le principali caratteristiche già note (finestre mobili, incumulabilità con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, possibilità di cumulare – ai fini della contribuzione mista).

Solo una differenza: la misura della pensione con quota 103 non potrà essere di importo superiore a cinque volte il minimo (cioè oltre 2.818,75€ lordi al mese) sino al compimento dell’età di 67 anni, raggiunta la quale il limite verrà rimosso. Resta inteso che chi ha i requisiti di Quota 100 o Quota 102 rispettivamente entro il 31 dicembre 2021 o entro il 31 dicembre 2022 e sceglierà di pensionarsi nel 2023 non sarà coinvolto nel tetto.

Incentivo alla permanenza in servizio

E’ introdotto un incentivo per chi raggiunge i requisiti minimi di Quota 103 (cioè 62 anni e 41 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2023 e sceglie di trattenersi in servizio. Potrà chiedere (è una facoltà) al datore di lavoro (pubblico o privato) la corresponsione in proprio favore dell’importo corrispondente alla quota a carico del medesimo dipendente di contribuzione alla gestione pensionistica (di regola il 9,19%), con conseguente esclusione del versamento della quota contributiva e del relativo accredito. In sostanza chi opta per l’incentivo avrà una busta paga più alta ed una pensione più bassa. L’attuazione della misura è demandata all’adozione di un decreto del ministero del lavoro atteso entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio. Non è chiaro se l’opzione, una volta esercitata, sia revocabile.   

Ape Sociale

C’è il rinnovo dell’ape sociale sino al 31 dicembre 2023. Immutate le categorie di lavoratori che possono accedere alla misura (disoccupati, caregivers, invalidi, addetti a mansioni gravose) nonché i relativi requisiti (63 anni e 30/36 anni di contributi a seconda dei profili di tutela).

Opzione Donna

Opzione Donna subisce una stretta. Sarà legata, infatti, al numero di figli e vincolata solo ad alcune situazioni (caregivers, invalidi, lavoratrici dipendenti/licenziate di aziende in crisi).

Rivalutazione

Il 2023 vedrà un taglio dell’indicizzazione degli assegni superiori a 4 volte il trattamento minimo (cioè superiori a 2.100€ lordi al mese). Saranno rivalutati in misura secca (non più per scaglioni progressivi) tra l’85% ed il 32% del tasso ISTAT previsionale (7,3%). Quelli inferiori al minimo godranno di una rivalutazione straordinaria (ma temporanea) dell’1,5% (6,4% se trattasi di pensionati con almeno 75 anni grazie alla quale l’assegno minimo sarà di 600€ al mese).

Cuneo Fiscale

Per i lavoratori dipendenti viene prorogato il taglio del cuneo fiscale del 2% per redditi fino a 35mila euro che sale al 3% per redditi fino a 25mila euro e il taglio dal 10% al 5% dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività entro i 3mila euro.

Famiglie

Viene rafforzato l’ assegno unico per i nuclei numerosi: per i primi figli (fino ad un anno; fino a 3 anni per chi ha almeno 3 figli). Per i nuclei con 4 o più figli la maggiorazione sale a 150 euro. Rafforzato anche il congedo parentale: passa dal 30 all’80% per un mese aggiuntivo fino al sesto anno d’età, anche per i papà. 

Reddito di cittadinanza

Per gli “occupabili” il sussidio nel 2023 resta solo per 7 mensilità e decade dopo il primo rifiuto ad un’offerta anche non “congrua”. Per i 18-29enni che non hanno finito la scuola dell’obbligo è subordinato alla frequenza di corsi formativi. La quota dell’assegno destinata all’affitto sarà pagata direttamente ai proprietari. 

Sgravi contributivi

Per chi assume stabilmente donne svantaggiate, under36 e percettori del reddito di cittadinanza c’è un esonero contributivo totale fino a 8mila euro. Si rinnova pure lo sgravio per i nuovi agricoltori di età non superiore a 40 anni.

Valerio Damiani  Venerdì, 30 Dicembre 2022 – PENSIONI OGGI.IT