È dal 2000, anno in cui è stata riconosciuta la parità scolastica, con l’approvazione della legge 62, che le scuole paritarie continuano a perdere alunni. Dati ufficiali del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) e da quelli elaborati dal Centro Studi Scuole Cattoliche della CEI risulta che le scuole paritarie, dal 2000 ad oggi, abbiano perso il 38,11% degli allievi, passando da 1.186.667 a quota 734.415.
Una Caporetto in termini di iscrizioni dovute in parte all’inarrestabile calo delle nascite, che ha colpito anche le scuole statali per un 3,4%, ma soprattutto al fatto che tantissime scuole non statali sono state costrette a chiudere non essendo in grado di sostenere gli ingenti costi di gestione a fronte di un contributo statale meramente residuale.
Per dovere di cronaca, solo negli ultimi 11 anni – dal 2011 al 2022 – hanno chiuso 1.669 scuole paritarie (-12,12%), di cui 1.542 cattoliche (-16,46%) e 127 paritarie di gestori laici (-2,89%).
Sempre negli ultimi 11 anni, le iscrizioni degli alunni sono diminuite di 254.445 unità (-23,74%) ossia 198.556 nelle scuole paritarie cattoliche e 55.889 studenti in meno nelle altre scuole paritarie. Il dato più impressionante riguarda la scuola dell’infanzia cattolica che ha chiuso 1.310 scuole materne, passando da 453.757 a 302.730 pari a 151.027 iscrizioni in meno.
Questo significa anche che tantissime insegnanti hanno perso il posto di lavoro e non sempre tutte sono riuscite a ricollocarsi nelle scuole comunali o statali. A tutto ciò si aggiunge il divario tra quanto lo Stato spende per ciascun alunno delle scuole statali e quanto riconosce agli allievi delle paritarie. Il Ministero riconosce un costo medio per studente di circa 7mila euro della scuola statale e un contributo medio annuo di circa 500 euro per uno studente della paritaria. Questo permette un risparmio allo Stato di circa 6 miliardi euro all’anno.
prof. Giuseppe Antinolfi
Segretario Provinciale Snals Milano