L’incontro sulla mobilità svoltosi al Ministero dell’Istruzione e del Merito il 17 febbraio 2023 si è concluso con un nulla di fatto.
In seguito delle modifiche di legge intervenute successivamente alla firma del CCNI dello scorso anno si era reso necessario un negoziato con le Organizzazioni sindacali.
Il Ministero ha presentato una bozza di revisione del CCNI e delle ordinanze ministeriali atte a regolare le operazioni di mobilità relative all’a.s. 2023/2024: sono stati riproposti tutti i vincoli di permanenza per i docenti, siano essi neoassunti a.s. 2022/2023, sia per coloro assunti in ruolo a.s. 2021/2022 e precedenti, qualora nell’a.s. 2022/2023 abbiano ottenuto un movimento in altra provincia.
Lo Snals unitamente a tutti gli altri Sindacati ha respinto la proposta, non accettando un’applicazione retroattiva delle novità contenute nella riforma complessiva del reclutamento. Il Ministero ha giustificato le proprie decisioni in seguito agli impegni assunti relativamente al PNRR, supportato anche dal parere al riguardo dell’Avvocatura dello Stato e del Ministero della Funzione Pubblica.
Stante le posizioni tra Ministero e Sindacati molto lontane, il tavolo delle trattative è stato sospeso e tutte le Organizzazioni sindacali hanno chiesto di trasferire la discussione al tavolo politico con il coinvolgimento del Gabinetto del Ministro.
Non si esclude un atto unilaterale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, poiché per garantire un avvio ordinato del prossimo anno scolastico era stato ipotizzato la data del 24 febbraio per la promulgazione dell’ordinanza e quella del 10 marzo per la conclusione delle procedure.
Sarebbe una decisione autoritaria che ci riporterebbe ai tempi dei ministri Banchi a rotelle e Patrizio Bianchi.