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INVALSI 2024/1. VALDITARA: ‘IMPORTANTI MIGLIORAMENTI’

Dati Invalsi 2024, Valditara: “Importante miglioramento sin dalla scuola primaria. Siamo sulla strada giusta: potenziare le discipline base, investire su Agenda Nord e Agenda Sud, promuovere la personalizzazione della didattica”

“I risultati dei test Invalsi di quest’anno mostrano un importante miglioramento sin dalla scuola primaria dei rendimenti dei nostri studenti. Si riduce il divario Nord-Sud e diminuisce la percentuale della dispersione scolastica, sia implicita che esplicita, tema particolarmente delicato che ci ha visto sempre in fondo alle classifiche internazionali”. Così il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenendo alla presentazione del Rapporto nazionale “Le prove Invalsi 2024”.

“Dai risultati si evince da un lato un aumento nel Mezzogiorno di studenti con performance buone o eccellenti, dall’altro un peggioramento della conoscenza dell’italiano nelle scuole del Centro-Nord e in particolare nelle periferie. Questi dati confermano che la strada che abbiamo imboccato è quella giusta: varare Agenda Nord, per recuperare i gap riscontrati insistendo sulle discipline in cui gli studenti sono più fragili, riformare l’istruzione tecnico-professionale, prevedendo non solo più competenze tecniche ma anche il potenziamento dello studio dell’italiano, oltre che di matematica e inglese. Per il prossimo futuro, puntiamo a investire ulteriori risorse su Agenda Sud e a estendere alle secondarie di I grado la presenza dei docenti tutor per favorire, anche attraverso una didattica innovativa, la personalizzazione dell’apprendimento. Cruciale è e sarà il ruolo dei nostri insegnanti, fondamentali per riaccendere l’entusiasmo, per alimentare quella comunità educante che deve essere la scuola” ha concluso il Ministro.

da Tuttoscuola

Come riferito da Tuttoscuola in questo ampio servizio, il rapporto Invalsi 2024, illustrato dal suo presidente Roberto Ricci col supporto di una ampia documentazione statistica, mostra che continuano ad esserci, come sempre, luci ed ombre: da un lato si osservano infatti visibili segnali di ripresa e miglioramenti in diversi livelli e settori scolastici che fanno ben sperare nel definitivo superamento dei danni agli apprendimenti arrecati dal Covid, mentre dall’altro continuano a sussistere (anche se in riduzione) forti disparità territoriali, o legate alla provenienza sociale, che richiedono interventi mirati per garantire a tutti pari opportunità di successo.

Fenomeni che, al di là dei trend in ascesa o discesa, sono sempre esistiti, verrebbe da dire, considerato che il già ricordato Visalberghi, dopo anni di studi e ricerche sul problema, riassunse il suo pensiero in un articolo, pubblicato nell’aprile 1987 sul mensile ‘Il Regno di Napoli’ (‘La scuola senza qualità. Se vuoi istruirti, nasci al Nord’), nel quale quantificava nel 25% il divario tra Nord e Sud per quanto riguarda le competenze in Italiano e Matematica-Scienze già a conclusione della scuola elementare. Fenomeni peraltro che fotografano andamenti che possono essere effetto di azioni di politica scolastica intraprese anni e anni prima. La corsa che fa la politica a iscriversi meriti o addossare responsabilità  sui cambiamenti da un anno all’altro – a seconda che gli stessi soggetti si trovino ora al governo e ora all’opposizione – è stucchevole.

Interessanti considerazioni su una lettura critica dei dati Invalsi le ha fatte piuttosto Cristiano Corsini, Professore ordinario di Pedagogia sperimentale presso l’Università Roma TRE, in un intervento sul nostro sito di cui consigliamo la lettura.