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Snals - Segreteria Provinciale Milano

SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO LAVORATORI SCUOLA

Per non dimenticare: “Questa ‘nomina’ non s’ha da fare, nè domani nè mai!”

articolo pubblicato in data 18 luglio 2024

Dal Sultanato melegnanese al prestigioso liceo scientifico Einstein di Milano.

“Mala tempora currunt sed peiora parantur” pronunciava Marco Tullio Cicerone e con tale espressione rivolgo un saluto e l’augurio alle studentesse e agli studenti del liceo milanese Einstein per il miglior avvio possibile del nuovo anno scolastico. Infatti a dirigere il liceo non vi sarà più la prof.ssa Alessandra Condito, che con grande professionalità in pochi anni ha favorito la crescita e lo straordinario arricchimento dell’offerta formativa dell’istituto.

E chi arriva? È stato nominato il dott. Claudio A. D’Antoni, proveniente dall’Istituto Istruzione Superiore “V. Benini” di Melegnano. A dire il vero è un “personaggio noto” non solo come appassionato musicista premiato in diversi concorsi pianistici, ma anche come dirigente scolastico.

Si potrebbe dire che sia il preside-manager; il preside-sceriffo; il preside-sindaco, il preside premier. Niente di tutto ciò, perché il dott. Claudio A. D’Antoni si avvicina più ad un Sultano che ad uno sceriffo.

Infatti mentre lo sceriffo teoricamente fa rispettare la legge, il Sultano D’Antoni fa rispettare la sua di legge, scegliendo il proprio harem ed utilizzando come criterio principale di scelta il servilismo e la totale sottomissione. È un super preside, che bypassa la collegialità, sceglie la squadra, e impone la sua idea di governo alla scuola.

Contro il preside-sultano nello scorso giugno hanno manifestato gli studenti, i docenti, il personale ATA, che hanno incalzato la dirigenza sulla necessità «di rilanciare il dialogo e la collaborazione» nella storica scuola superiore, tra le maggiori nell’intero territorio del Sud milano. Alla protesta hanno preso parte anche i rappresentanti di diverse organizzazioni sindacali, che davanti ad una situazione sempre più complessa, nei mesi precedenti si erano rivolti anche al prefetto di Milano, al fine di risolvere i contrasti sul fronte delle relazioni con il personale scolastico e ritrovare così rapporti sereni all’interno del Benini. Neppure l’intervento del prefetto ha sortito risultati positivi, fumata nera: il sultano D’Antoni non ha ritenuto di mutare il proprio atteggiamento, “infischiandosene” di garantire un ambiente di apprendimento sicuro, inclusivo e stimolante per tutti, ignorando l’impegno e la professionalità sempre dimostrati dai docenti, i veri artefici dell’apprendimento degli studenti, i pilastri della comunità educativa.

Prof. Giuseppe Antinolfi

Io stesso come segretario dello Snals di Milano ho rilanciato «sulla necessità di una gestione condivisa della scuola, che valorizzasse realmente il ruolo dei docenti, degli studenti e del personale, da sempre componenti di basilare importanza per il mondo didattico, sottolineando che la mancanza di dialogo con la dirigenza comprometteva l’organizzazione».

I docenti (molti dei quali hanno chiesto il trasferimento) e gli stessi studenti avevano in particolare “evidenziato l’importanza dell’articolo 34 della Costituzione, secondo il quale la scuola deve favorire la circolazione delle informazioni e la libera espressione del pensiero per la crescita della persona in tutte le sue dimensioni”.

Ma il sultanato Benini non è una scuola libera e democratica, dove si respiri un clima sereno, non è una comunità educante fatta di dialogo ed esperienze sociali e pertanto gli atteggiamenti impositivi da parte degli organi dirigenti sono la regola,

tanto che alcuni studenti hanno donato al preside una stella da mettere al petto.

I motivi del malcontento sono riassunti in un comunicato dell’assemblea sindacale dell’istituto:

  1. dall’inizio dell’anno scolastico, in una scuola che negli anni si è distinta per accoglienza, umanità e libertà di espressione il clima è divenuto sempre più teso: alta frequenza di rimproveri e richiami verbali ai dipendenti, docenti e non docenti;
  2. mancanza di dialogo tra la dirigenza e il personale che compromette il funzionamento e l’organizzazione della scuola: il collegio dei docenti è stato progressivamente esautorato dalle sue funzioni deliberative e si è venuto a creare uno stato di tensione costante su questioni fondamentali;
  3. le decisioni non passano attraverso la collettività e non vi è condivisione; 
  4. sull’utilizzo dei fondi scolastici e del Pnrr lo scontro  è particolarmente duro perché la commissione Pnrr non ha potuto lavorare e gli acquisti sono stati effettuati dalla dirigenza, senza il coinvolgimento dei docenti;
  5. si lamentano  intoppi nella gestione del bilancio e nelle nomine degli incarichi.

Ma tutte queste proteste sono risultate come una “Vox clamantis in deserto“ e chi avrebbe dovuto ascoltare non ha ascoltato e chi avrebbe dovuto vedere non ha visto, nonostante la prevista valutazione dei dirigenti scolatici. E così il sultano D’antoni ha continuato imperterrito ad esercitare il proprio potere, la propria autorità e il proprio controllo sul personale scolastico.

Claudio A. D’Antoni sarà pure un bravo musicista, ma come dirigente scolastico… Si potrebbe dire che egli abbia messo in pratica celermente Il Principio di Peter: “Ogni membro di un’organizzazione scala la gerarchia sino a raggiungere il suo massimo livello di incompetenza”.

Ma il dirigente scolastico Claudio A. D’Antoni è anche uno smemorato. Infatti sul sito dell’istituto vi è pubblicato il saluto che egli pronunciò in occasione del suo ingresso, nel settembre 2022. Tra l’atro vi è scritto: “Auspico per tutti Voi che frequentate l’Istituto Superiore “Benini” il raggiungimento degli obiettivi che vi siete prefissati, la risposta alle Vostre aspettative, per cui è necessaria una Vostra collaborazione, sempre nel rispetto delle regole, nella prospettiva di un naturale contributo all’evoluzione della Società e del Territorio”. Forse per Claudio A. D’Antoni “collaborazione” significa “obbedienza cieca pronta assoluta

Non solo, ma come tutti i magistrati del caso Tortora fecero carriera, così anche il nostro Sultano viene “premiato” ottenendo la dirigenza dell’Istituto Einstein di Milano, un liceo tra i più importanti, in ossequio alla Legge di Shapiro sul riconoscimento: “Chi fa di meno riceverà più complimenti.”

Ha proprio ragione Ambrose Gwinnett Bierce quando definisce cosa sia il “merito”:  “Le qualità che dimostrano il nostro buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende”. Infatti dietro il “merito” di D’antoni vi è solo l’incompetenza.

È stato inutile chiamare il nostro Ministero dell’Istruzione e del Merito, èinutile riempirsi la bocca della parola «merito», ripetere demagogicamente che il merito va premiato.

Scriveva Indro Montanelli: “Il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto”.

Prof. Giuseppe Antinolfi

Segretario provinciale Snals Milano