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Carnevale di Gianni Rodari

C’era una volta un cappello senza testa.
Passeggiava sul corso in un giorno di festa.
Oltre che senza testa era anche senza pancia.
Senza piedi e senza mani, passeggiava in corso Francia.
La gente lo chiacchierava: – E’ scappato dalla vetrina!
– Certo, è un cappello ladro! – Portatelo in guardina!
– Calma, – disse il cappello, – oggi ogni scherzo vale.
Molta gente va in giro senza testa
anche quando non è carnevale.

Semel in anno licet insanire (ossia “una volta all’anno è lecito esagerare”). Questo celebre detto latino si riferiva a un giorno in particolare, durante il quale si celebrava una festa piuttosto folle, contrassegnata dal divertimento e dall’esagerazione. I Romani, infatti, una volta all’anno sovvertivano tutte le regole, consentendo un ribaltamento di tutti i ruoli sociali che dava al popolo una grande valvola di sfogo. Per un giorno intero tutti potevano trasformarsi nel proprio opposto, per divertirsi a sbeffeggiarlo mettendo in mostra i suoi peggior difetti: il servo diventava padrone, il ricco diventava povero.
Con il Cristianesimo questa festività ha assunto la forma di “Carnevale” – ossia “Carne Levare”- per indicare la fine di un ciclo che terminava con il primo giorno di Quaresima (cioè il Mercoledì delle Ceneri), l’inizio di un periodo di purificazione, penitenza e digiuno che sarebbe finito nel giorno di Pasqua. Ecco perché, nel linguaggio popolare, non è raro trovare detti e modi di dire anche piuttosto celebri, che a distanza di secoli continuano a suonare come consigli di vita e spiegano cos’è il Carnevale.
Tra questi, “Fa’ Carnevale, in maniera da poter fare pure una buona Pasqua” intima di non sprecare tutto e subito, ma di conservare e di risparmiare anche qualcosa per il domani. E in effetti, qualcuno che non avrà ascoltato il consiglio dovrà pure esserci stato, perché esiste anche la versione: “Tutti i cibi in Quaresima fan male, a chi abusò di tutti in Carnevale!”.

  1. A carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale”. Questa frase è sicuramente tra le più celebri, tanto da essere entrata a far parte del linguaggio comune, per indicare che a carnevale tutto è concesso, persino gli scherzi. Ma occhio, perché possono essere tollerati soltanto scherzi leggeri come il sale!
  2. Amore nato a Carnevale, muore a Quaresima”. In pratica, un amore nato il giorno di Martedì Grasso ha vita breve, perché secondo il proverbio è destinato a terminare il giorno successivo. Il detto in questione ricalca la convinzione secondo la quale a carnevale tutto sarebbe frivolo; quindi, anche i sentimenti nati in un giorno dedito agli eccessi hanno una durata altrettanto frivola.
  3. Carnevale guarisce ogni male”. Il Carnevale è la festa in cui tutto è concesso, dove ognuno può sentirsi libero di fare qualunque cosa e di essere chiunque desideri, per un giorno intero.
  4. Chi non gioca a Natale, chi non balla a Carnevale, chi non beve a san Martino è un amico malandrino”. Vale a dire: chi non sa divertirsi quando è il momento di farlo, è perché non ne sente l’esigenza; quindi probabilmente è una persona dedita ai vizi anche in altri giorni dell’anno.
  5. Chi si marita male non fa mai carnevale”. Il Carnevale è in antitesi all’idea di un matrimonio infelice: secondo la saggezza popolare chi fa un cattivo matrimonio non ha mai voglia di divertirs

Scherzi di Carnevale di Gianni Rodari

Carnevale,
ogni scherzo vale.

Mi metterò una maschera
da Pulcinella
e dirò che ho inventato
la mozzarella.

Mi metterò una maschera
da Pantalone,
dirò che ogni mio sternuto
vale un milione.

Mi metterò una maschera
da pagliaccio,
per far credere a tutti
che il sole è di ghiaccio.

Mi metterò una maschera
da imperatore,
avrò un impero
per un paio d’ore:
per volere mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell’anno…

E sarà il Carnevale
più divertente
veder la faccia vera
di tanta gente.