Sono un’insegnante di scuola superiore che lavora a Bergamo. Vorrei fare alcune osservazioni dopo le notizie di oggi che pongono la Lombardia in zona rossa e le recenti sentenze del TAR:
1) Gli esperti dicono che l’epidemia è fuori controllo, che siamo in un momento critico perché la campagna di vaccinazione può avere risultati solo se il virus circola poco, mentre noi riapriamo le scuole, come pare che folle di studenti e genitori chiedano a gran voce (siamo proprio sicuri del vasto numero?)
2) Vogliamo tornare a scuola? Bene, torniamoci, ma finiamola una volta per tutte di dire che vogliamo andare a scuola in sicurezza e che la scuola è sicura. La scuola, anche con tutte le misure di sicurezza adottate agli esami di stato e a settembre ( è di più, davvero, dentro le scuole non si poteva fare, se non per esempio lavorare sull’aerazione e non sulla sostituzione dei banchi) è luogo a rischio, come e più di tutti gli altri luoghi di vita, di incontri e di socialità, perché è un assembramento naturale (siamo tanti, in un ambiente ristretto, per molte ore).
Nulla vieta di andarci comunque, dato il ruolo fondamentale e strategico che ha (peccato che sia una scoperta recente, prima non mi pare che il “comparto istruzione” fosse così apprezzato, ma forse ho problemi di memoria, chissà), però basta con queste dichiarazioni ipocrite e rassicuranti: si dica chiaramente che andiamo a scuola a rischiare la vita e la salute, ma si deve fare per il destino del Paese, presente e futuro: è giusto tenere aperte le scuole e chiuderle per ultime come misura estrema, e pazienza se un certo numero di studenti, docenti e personale ATA si ammalerà o peggio, tanto si sa che prima o poi si deve morire. E tutti i giorni si muore per altre cause, dunque che problema c’è? Fior di leader l’hanno ampiamente ricordato in questi mesi.
4) È poi possibile che non si comprenda che la zona rossa, che alcuni nostri politici vivono come una punizione, pensando probabilmente di interpretare la volontà addominale dei loro elettori, è invece una difesa, una forma di protezione? E allora perché si stanno facendo i processi per non aver reso zona rossa Nembro e Alzano a marzo 2020 e governo e regione si rimpallano la responsabilità di quella scelta catastrofica per i nostri territori?
Gabriella La Placa