Come sarà la scuola dopo la pandemia? E quali sono le priorità che si devono affrontare dopo un evento così devastante? E quali le misure che il nuovo ministro dell’istruzione, dopo vicende politiche alquanto tumultuose, dovrà affrontare?
Il portale Skuola.net lo ha chiesto a 8mila alunni di medie e superiori, stilando così un elenco di 10 priorità nate proprio dalle loro indicazioni, girate al nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per orientare la sua azione.
1. Maggior orientamento al futuro
Il 17.2% vorrebbe più interesse verso l’orientamento, anche dal punto di vista formativo e lavorativo, per prepararsi a dovere. Un compito che il sistema didattico non sempre riesce ad assolvere. Il risultato è che tanti ragazzi si accorgono di aver sbagliato strada o di non aver avuto il giusto consiglio. Quando, forse, è troppo tardi.
2. Una scuola più pratica
Le seconda priorità, segnalata dal 17% di alunni, riguarda lo svecchiamento dei programmi e introdurre maggiori momenti ‘pratici’, anche negli indirizzi in cui per ora sono marginali. Oltre a sapere, per i ragazzi, bisogna saper fare.
3. Innovare la didattica
Per il 15%, e quindi al terzo posto, c’è l’assoluta urgenza di una didattica più innovativa, che li faccia familiarizzare con gli stessi metodi e strumenti con cui poi si dovranno confrontare negli studi futuri e nel lavoro.
4. Scuole più sicure
Per il 10% un’altra annosa questione riguarda lo spinosissimo tema dell’edilizia scolastica. In questo momento storico, scuole più sicure può anche voler dire ambienti più ‘sani’, in cui non ci si contagia e non ci si ammala.
5. Cattedre più ‘stabili’
Il 9,7% chiede al Ministro una soluzione rapida per debellare le supplenze. In molti non ce la fanno più a dover cambiare ogni anno i propri docenti, a causa della rotazione delle cattedre e del precariato che affligge la categoria degli insegnanti da molti anni.
6. In presenza al 100%
L’ 8,1% spingere forte sul rientro in classe ogni giorno e tutti assieme. L’andamento della pandemia, però, lascia un po’ scettici sulla sua fattibilità, perlomeno in tempi rapidi.
7. Docenti più ‘tecnologici’
Il 7.4% segnala la necessità di garantire un corpo docente più preparato sui al confronto con generazioni che cambiano e in modo particolare sulla necessità della formazione continua dei professori. Specie dal punto di vista tecnologico.
8. Diritto allo studio per tutti
Solamente il 5.9% è invece per la parità di accesso all’istruzione, a prescindere dal luogo di residenza o dal contesto sociale di provenienza. Dunque i dati sull’abbandono e sulla dispersione scolastica non pare interessarli
9. Riparare i danni prodotti dalla Dad
E ancora, solo il 5.7% chiede al neo ministro di concentrarsi sul recupero degli apprendimenti, per cui sembrerebbe che nella stragrande maggioranza dei casi la Dad alla fine abbia funzionato
10. Classi meno affollate
E infine, solo il 4% è preoccupato per le cosiddette ‘classi pollaio’, anche se, durante la pandemia, sia stato accertato il mancato distanziamento nelle aule.
Pasquale Almirante –