Il Dpcm 2 marzo 2021 ha emanato “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, a conferma o integrazione dei precedenti decreti. Tra questi, l’art. 21 ha confermato le disposizioni per la didattica a distanza nelle istituzioni scolastiche, precisando che “Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del Ministro dell’istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020 (DPCM 2 marzo 2021, art. 21)”.
In deroga, dunque, all’obbligo di alternare didattica in presenza e didattica a distanza, è consentita la presenza nelle attività di laboratorio (prevista per gli studenti degli istituti professionali e tecnici, nonché dei licei artistici) ed è consentita anche la presenza degli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali con l’intento di realizzare una loro effettiva inclusione.
Con nota prot. 343 del 4 marzo il Capo dipartimento uscente, dott. Max Bruschi, ha fornito alle istituzioni scolastiche indicazioni applicative del Dpcm e, a proposito dell’art. 21, precisa:
A questo proposito, restano attuabili, salvo ovviamente diversa disposizione delle Ordinanze regionali o diverso avviso delle competenti strutture delle Regioni, da verificare da parte degli USR, le disposizioni del Piano Scuola 2020-2021 (“Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”, approvato con DM 26 giugno 2020, n. 39), nella parte in cui prevedono che vada garantita anche “la frequenza scolastica in presenza … degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione”, secondo quanto indicato dalla nota 1990/2020, “nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e … anche in ragione dell’età anagrafica”.
L’aggiunta contenuta nella nota di Bruschi (non prevista dal Dpcm), a proposito dei figli di personale sanitario e di altri lavoratori che assicurano bisogni essenziali per la popolazione, sta già provocando confusione, richieste di chiarimento, difficoltà delle scuole.
Per lunedì, quando il Dpcm dovrà trovare applicazione, le scuole dovranno forse far fronte alla richiesta di molti genitori che, nota Bruschi alla mano, pretenderanno di lasciare i figli a scuola. E molti dirigenti scolastici dovranno decidere in merito da soli, mentre il ministro Bianchi dovrà decidere con urgenza il da farsi.
8 marzo 2021
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