Mai come ora per guardare alla scuola italiana serve un paio di lenti bifocali. Se da vicino l’urgenza è quella di assumere altri 100mila docenti per provare a risolvere l’emergenza del momento tra cattedre scoperte e bisogni aggiuntivi legati al Covid, da lontano lo scenario che si presenta sotto ai nostri occhi è opposto: nei prossimi 15 anni ci saranno 64mila prof in soprannumero.
Da qui al 2036 infatti – è scritto nel Pnrr messo a punto dal governo – in classe avremo 1,1 milioni di studenti in meno. Le superiori, in 15 anni, perderanno poco più di 500mila alunni, circa 320mila ragazzi in meno li avremo alle medie -310mila alla primaria, -19.277 all’infanzia.Tutto ciò, sempre secondo il documento redatto dal governo, comporterà un minor fabbisogno di quasi 64mila insegnanti, di cui praticamente la metà alle superiori.
È l’effetto della denatalità su cui da un po’ di anni lancia allarmi, sostanzialmente inascoltati, l’Istat, e che, per quanto riguarda l’istruzione, porterà a una significativa contrazione di ragazzi.
Per dare un’idea dell’ordine di grandezza di cui stiamo parlando, tra i banchi (paritarie incluse) oggi siedono 8,3 milioni di alunni. Nelle sole scuole statali l’ultimo dato in possesso di viale Trastevere, aggiornato all’anno scolastico 2020/2021, parla di 7.507.484 studenti; l’anno prima, il 2019/2020, erano 7.599.259. Nel giro di 12 mesi, quindi, il calo di studenti è stato pari a 91.775 unità.
Nell’illustrare questi trend il Pnrr si pone anche il problema di come utilizzare i 64mila insegnanti in sovrappiù da qui al 2036. Ipotizzando due finalità. La prima, passa per aumentare il tempo pieno soprattutto al Sud. La seconda, è invece quella abbattere il numero di alunni per classe. Un’esigenza, quest’ultima, dettata ora anche dall’emergenza sanitaria e dal rispetto delle regole sul distanziamento. Ma che – visto il trend in forte calo degli alunni – sarà avvertita molto meno nei prossimi anni. Una circostanza che andrebbe forse tenuta a mente quando si programmano migliaia e migliaia di ingressi ordinari per esigenze straordinarie.