Con l’emergenza covid che ha scombinato i piani ordinari, il tema dell’autonomia differenziata è passata in secondo piano. Ma questo non significa che il progetto sia scomparso. Anzi: come lo scorso anno, il governo ha previsto, a completamento della manovra di bilancio 2022-2024, di inserire il disegno di legge sull’attuazione dell’autonomia differenziata. Infatti, come riporta la Nadef, ovvero la nota di aggiornamento di economia e finanza, fra i 23 disegni di legge collegati alla decisione di bilancio, c’è proprio il DDL “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, comma 3, Cost.”.
Come sappiamo, l’istruzione potrebbe essere una delle materie da regionalizzare: ad evidenziare questo punto, è stata recentemente la senatrice Bianca Laura Granato: “abbiamo appreso in commissione questioni regionali che la Ministra Gelmini non partirà dalla Legge Boccia per la definizione della nuova legge quadro, ma ne farà una ex novo che lascerà fuori solo le competenze in materia di fiscalità dalla possibilità di transitare alle regioni per effetto dell’art. 116 terzo comma“.
“Questo significa – scrive Granato – che la scuola rischia di nuovo di finire nel calderone delle materie da attribuire a esclusiva competenza regionale“.
Dal canto suo la Ministra Gelmini ha informato dell’istituzione di una apposita Commissione di studio, presieduta dal Prof. Beniamino Caravita, con il compito, tra gli altri, di esprimersi sulla c.d. “legge quadro”, che intende fornire garanzie di trasparenza e omogeneità delle procedure, anche al fine di sciogliere le questioni giuridiche e politiche irrisolte.
Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna: gli accordi preliminari
Il tema dell’autonomia regionalizzata ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, è sorto a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel 2017. Dopo aver sottoscritto tre accordi preliminari con il Governo a febbraio 2018, su richiesta delle tre regioni, il negoziato è proseguito ampliando il quadro delle materie da trasferire rispetto a quello originariamente previsto. Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso il percorso per la richiesta di condizioni particolari di autonomia, che hanno dovuto però interrompere le iniziative a causa del covid.
E quest’anno torna di nuovo alla ribalta: difatti, a completamento della manovra di bilancio 2022-2024, il Governo ha confermato di inserire nei provvedimenti collegati alla decisione di bilancio, tra gli altri, il disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata.
Già lo scorso anno, il disegno di legge, recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, Cost.” era stato inserito dal Governo nella nota di aggiornamento al DEF 2020 tra quelli collegati alla manovra di bilancio, e il tema dell’autonomia differenziata veniva trattato all’interno del Programma nazionale di riforma 2020. Poi non si ebbe alcun seguito e si diede la priorità a tematiche maggiormente connesse all’emergenza covid.
Regionalizzazione scuola, cosa potrebbe cambiare?
L’idea della regionalizzazione dell’istruzione prevede che alcune regioni potrebbero stabilire in autonomia la propria offerta formativa e il trattamento economico degli insegnanti, attraverso concorsi regionali.
Dunque, nella pratica diventerebbero regionali l’organizzazione didattica, il sistema delle graduatorie e degli stipendi dei docenti. Ma anche l’offerta formativa e l’assegnazione di contributi alle scuole paritarie.
Orizzontescuola – 7/10/2021 – Fabrizio De Angelis