Crescono gli episodi di violenza nei confronti di persone russe o di origine russa in Italia e non solo. Dopo l’attacco all’Ucraina, condannato dalla Nato e dall’Europa, si è scatenata una vera e propria “caccia” a persone legate alla Russia, nonostante gran parte del popolo non sia d’accordo con le scelte di Putin. A Brescia uno studente liceale è stato aggredito dai compagni di scuola perché la madre ha origini russe. A raccontarlo è il Giornale di Brescia, che ha intervistato la donna, autrice della denuncia per quanto accaduto al figlio.
Incommentabile e inaccettabile, infatti, la violenza ai danni di uno studente come tanti, che ha come unica “colpa” della di avere origini russe.
“Viviamo qui da anni, non siamo responsabili di quello che sta accadendo. Anzi, il nostro popolo è vittima di tutto questo dolore nei confronti di un popolo fratello”, ha spiegato la donna. Un commento che si accorda con quanto sta accadendo anche in Russia, dove sono in crescita le manifestazioni a supporto del popolo ucraino e contro Putin, nonostante i tanti arresti da parte delle forze armate, che cercano di sopprimere esternazioni di questo genere.
La storia del ragazzo liceale di Brescia picchiato dai compagni perché in parte di origine russa, non è purtroppo l’unico fatto simile in Italia. Un episodio simile è accaduto in una scuola elementare. I casi sono al momento isolati, ma la preoccupazione c’è, nella penisola e non solo. Fatti del genere sono infatti in crescita in Europa. Mosca ha denunciato “aggressioni nei confronti di camionisti russi e bielorussi in Germania, Polonia e Italia” e “auto con targhe russe danneggiate”. Anche in altri Paesi, davanti alle sedi diplomatiche russe, si sono registrati episodi di violenza. Dalla Russia denunciano inoltre la campagna di discriminazione nei confronti di atleti, artisti e studenti russi. Il ministero degli Esteri russo ha preso le difese del suo popolo. Il politico ha promesso “Azioni legali contro gli atti di discriminazione nei confronti di cittadini russi all’estero, che vengono attentamente monitorati e verranno perseguiti nelle sedi opportune”.
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