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22 marzo 2023, Giornata Mondiale dell’Acqua

Laudato si’ mi’ signore per sor aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.

QUEST’ANNO E’ DEDICATA AL CAMBIAMENTO NECESSARIO PER RISOLVERE LA CRISI IDRICA.

La Giornata mondiale dell’acqua intende focalizzare l’attenzione sull’importanza dell’acqua dolce e supportare la gestione sostenibile delle scarse risorse, affrontando la crisi idrica globale. 

Le diverse disfunzioni oggi presenti lungo l’intero ciclo dell’acqua – la maggior parte delle quali legate alle attività umane – stanno, infatti, esacerbando, quando non causando, le principali questioni globali, tra cui fame e malnutrizione, conflitti ed instabilità economica e geopolitica, parità di genere, disoccupazione e, ovviamente, cambiamento climatico e disastri naturali.

Senza contare che, allo stato attuale, oltre 2.2 miliardi di persone non hanno ancora accesso ad una fonte stabile e sicura di acqua potabile e 4.2 miliardi ad adeguati servizi igienico sanitari, e si vedono così privati di uno dei diritti umani universali riconosciuti a livello internazionale. Infatti, con la Risoluzione 64/2292 del 28 luglio 2010, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di riconoscere l’accesso ad una fonte d’acqua sicura e pulita e ad adeguati servizi igienico sanitari come un diritto umano fondamentale, in quanto elemento imprescindibile per la vita umana, nonché come il sesto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG, ovvero Sustainable Development Goals) proposti dall’Agenda 2030.

Considerato questo scenario particolarmente allarmante, è facile capire perché sia ancora così necessario ed urgente educare istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua dolce ed adottare comportamenti più virtuosi e sostenibili per quanto riguarda il suo consumo.

Non a caso, l’edizione 2023 della Giornata Mondiale dell’Acqua è dedicata proprio all’importanza di “accelerare il cambiamento”, di agire subito e in maniera incisiva, di ricostruire il nostro rapporto con questa preziosissima risorsa, partendo dalle piccole azioni che tutti noi possiamo mettere in atto qui ed ora.

La Giornata Mondiale dell’Acqua, 22 marzo: quando è stata istituita e perché dobbiamo continuare a celebrarla?

Istituita dalle Nazioni Unite come parte dell’Agenda 21 in seguito alla conferenza su Ambiente e Sviluppo svoltasi a Rio de Janeiro (Brasile) nel giugno 1992, e celebrata per la prima volta il 22 marzo dell’anno successivo, la Giornata Mondiale dell’Acqua ha un duplice scopo.

Da una parte, ricordare il ruolo centrale che questa risorsa ricopre nella prevenzione e nella risoluzione di diverse questioni globali e fare il punto sulle principali problematiche che ad oggi impediscono il corretto uso e gestione della stessa. Dall’altra, spingere governi e cittadini ad implementare azioni concrete e incisive per correggere questi sbilanci e garantire a tutti un accesso sicuro e sostenibile nel tempo all’acqua dolce.

L’importanza di questa giornata è testimoniata dal fatto che l’accesso universale all’acqua sia oggi non solo riconosciuto dalla giurisdizione internazionale come un diritto umano, universale, autonomo e specifico, ma sia anche uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, più nello specifico il numero sei, che chiede alla comunità internazionale di «assicurare l’accesso universale all’acqua da bere e ai servizi igienici attraverso un prezzo accessibile e una gestione efficiente e sostenibile».

Ma allora perché, ad oltre trent’anni dalla sua istituzione e considerati gli impegni presi dalla comunità internazionale (e in gran parte disattesi), c’è ancora così tanto bisogno di celebrare questa giornata?

La risposta breve è che, ad oggi, non solo non sono stati fatti sufficienti passi avanti per garantire il raggiungimento di questi obiettivi entro il 2030 (soprattutto a causa di una mancata volontà politica da parte dei governi nazionali), ma il fabbisogno d’acqua dolce è in costante crescita, con un tasso di aumento di circa l’1% all’anno, legato in primo luogo alla crescita costante della popolazione globale e all’incremento delle attività industriali.

Questo significa che, entro il 2030, potremmo aver bisogno del 7% di acqua in più, in un mondo che ne dispone sempre meno, rendendo quella dell’accesso all’acqua dolce una delle questioni più importanti del prossimo decennio.

La risposta più lunga va invece ricercata nelle principali problematiche legate alla scorretta gestione di questa preziosissima risorsa, che andranno soltanto a peggiorare se non cominciamo ad agire concretamente per “accelerare il cambiamento”. Perché, ormai, non c’è davvero più tempo.

Quali sono le principali questioni legate alla scorretta gestione dell’acqua dolce?

Scarsa, per pochi, inquinata. Stiamo parlando dell’acqua, una risorsa che dovrebbe essere garantita a tutti, nessuno escluso, ma che purtroppo, ad oggi, è appannaggio soltanto della parte più fortunata della popolazione mondiale.

Basti pensare che, ad oggi, quasi 2 abitanti del pianeta su 10 (ovvero circa 2.2 miliardi) non possono ancora godere dell’accesso ad una fonte sicura di acqua dolce, tra cui troviamo anche 144 milioni di persone che per bere devono attingere l’acqua da bacini non controllati. Per di più, oltre 4.2 miliardi di persone non hanno ancora accesso a servizi igienici adeguati e sicuri, con tutti i rischi sanitari che questo comporta.

La notizia ancora peggiore è che il mancato accesso all’acqua potabile è la causa diretta di oltre 4 miliardi di casi di diarrea e di circa 1,7 milioni di decessi all’anno, che colpiscono per lo più popolazioni che già vivono in condizioni di estrema povertà e marginalizzazione. Inoltre, la mancanza di acqua potabile da destinare alle coltivazioni agricole e al bestiame porta anche all’inasprimento di fame e malnutrizione. Insomma, si tratta di una situazione inaccettabile, ma ancora troppo spesso ignorata dai più.

Per di più, le conseguenze legate alla crisi idrico-sanitaria vanno ben oltre la sfera personale fino a toccare questioni globali di più ampia rilevanza, tra cui possiamo menzionare:

  • Inasprimento di guerre, tensioni e instabilità geopolitiche: queste possono essere originate sia dallo scarso accesso alle risorse fondamentali (quali acqua, terra, petrolio, minerali) e/o dalla loro privatizzazione da parte di grandi gruppi industriali, ma anche da separazioni ideologiche e culturali preesistenti. Inoltre, le stesse infrastrutture idriche sono spesso uno dei bersagli preferiti dall’esercito nemico nei conflitti;
  • Intensificazione di fanatismi di vario tipo (religioso, nazionale, ideologico): come accennato nel punto precedente, l’accesso inadeguato alle risorse non fa altro che esacerbare vulnerabilità e problematiche pre-esistenti e spesso spinge migliaia di persone a cercare supporto e protezione (anche economica) all’interno dei vari gruppi nazionalistici e religiosi che, in fondo, combattono proprio per l’accesso stesso alle risorse;
  • Aumento nelle migrazioni globali: ad oggi i deficit idrici sono collegati a più del 10% dell’aumento della migrazione globale registrato negli ultimi anni. Non solo milioni di persone sono costrette a spostarsi ogni anno per via delle instabilità geopolitiche ed economiche causate dalla “lotta per le risorse fondamentali”, ma anche a causa del mancato accesso ad una fonte sicura di acqua potabile, reso ancora più difficile da inquinamento e cambiamenti climatici. Di questi “eco-profughi”, la maggior parte si muove all’interno dello stesso Stato o, perlomeno, dello stesso Continente;
  • Discriminazioni di genere e mancato accesso all’istruzione: il divario nell’accesso all’acqua crea inevitabilmente un incremento nelle disparità uomo-donna, soprattutto nei Paesi dove queste sono già particolarmente marcate. La scarsità d’acqua pulita ha infatti effetti devastanti su diversi aspetti della quotidianità di donne e bambine, tra cui l’aumento del carico di lavoro, condizioni di salute sempre più precarie e, inevitabilmente, l’abbandono dei percorsi educativi e dunque l’aumento del divario nel tasso di alfabetizzazione tra uomini e donne;
  • Cambiamenti climatici e inasprimento di diverse problematiche ambientali: piogge, siccità e inondazioni non sono soltanto tra le principali manifestazioni del cambiamento climatico (che a sua volta è tra le principali cause alla base dell’attuale crisi idrica), ma spesso sono anche una causa diretta della cattiva gestione delle risorse idriche (come nel caso della costruzione di dighe, privatizzazioni etc.), che può portare ad esondazioni e/o all’impoverimento del suolo. A sua volta, un suolo povero è un suolo poco capace di sopportare gli stress ambientali a cui viene costantemente sottoposto.

Senza contare che queste sono soltanto alcune delle diverse problematiche legate alla nostra incapacità di gestire correttamente le risorse idriche, e sono destinate ad inasprirsi sempre di più nei prossimi anni. Ecco perché “accelerare il cambiamento” è ad oggi l’unica speranza per mitigare la “questione dell’acqua”.

“Accelerating Change”: perché il 2023 è un anno decisivo per la risoluzione dell’attuale crisi idrico-sanitaria?

Accelerating Change (“Accelerare il cambiamento”) è il tema portante dell’edizione 2023 della Giornata Mondiale dell’Acqua. Un invito ad agire subito per cambiare il modo in cui utilizziamo, consumiamo e gestiamo le risorse idriche nella vita di tutti i giorni.

Un invito che, in primo luogo, parte dalla necessità di cambiare il modo in cui concepiamo l’acqua, da risorsa illimitata, sempre disponibile e facilmente acquistabile, a diritto umano universale che, in quanto tale, deve essere garantito a tutti, senza eccezioni.

In secondo luogo -e di conseguenza- impone la necessità da parte di istituzione e cittadini comuni di implementare azioni concrete ed efficaci per far sì che questo diritto sia garantito a tutti, indipendentemente da sesso, provenienza geografica e livello di istruzione e, di riflesso, contribuire concretamente alla risoluzione di tutte le problematiche elencate sopra.

Da una parte, governi, grandi corporations, organizzazioni governative ed enti privati dovranno impegnarsi in modo molto più incisivo di quanto fatto finora per raggiungere, almeno in parte, gli obiettivi fissati dall’agenda 2030. Tra le raccomandazioni e le buone pratiche contenute nel World Water Development Report (WWDR) delle Nazioni Unite (il rapporto “di punta” della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua per quanto riguarda l’attuale crisi idrico-sanitaria) troviamo ad esempio la promozione dell’efficienza dei sistemi idrici, la costruzione di infrastrutture per il ripristino ed il monitoraggio dei bacini idrografici e l’estrazione delle acque sotterranee e la costruzione di una maggiore resilienza idrica nelle regioni più fragili.

Inoltre, anche i comuni cittadini dovranno fare la loro parte per trovare una soluzione davvero duratura e sostenibile all’attuale crisi idrica. Ed è proprio questo uno dei punti chiave di Be The Change” (in italiano “Sii il cambiamento”), la nuova campagna promossa dalle Nazioni Unite in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2023, che ci invita a fare un po’ “come il colibrì”. Uccello che, come narra l’antica leggenda africana, non esita mai a dare il suo contributo -seppure all’apparenza piccolo e insignificante- per contribuire alla risoluzione delle situazioni di crisi. Allo stesso modo, dovremo impegnarci ad essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, cambiando, nel limite delle nostre possibilità, il modo in cui consumiamo, utilizziamo e gestiamo l’acqua.

Tramite lapposita piattaforma, potremo compilare la nostra Water Action List, una lista delle azioni che intendiamo mettere in atto per contribuire a risolvere la crisi idrico-sanitaria. Queste contribuiranno concretamente alla definizione della World Action Agenda, il documento conclusivo della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua 2023, che avrà avvio in concomitanza della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.

Questo documento raccoglierà tutti gli impegni volontari da parte di governi, aziende, organizzazioni, istituzioni, coalizioni e comuni cittadini, e sarà finalizzato a velocizzare il raggiungimento degli obiettivi concordati a livello internazionale in materia di acqua e servizi igienico-sanitari, ed in particolare il sesto “Sustainable Development Goal”.

Che cosa possiamo fare per “accelerare il cambiamento”?

Diverse sono le azioni che possiamo mettere in atto fin da subito per “accelerare il cambiamento” e fare la nostra parte nella risoluzione dei problemi legati alle disparità nell’accesso all’acqua dolce.

Tra quelle proposte dalla Water Action List troviamo:

  • Risparmiare acqua: ad esempio, impegnandoci a fare docce più brevi e a non lasciare il rubinetto aperto mentre ci laviamo i denti o prepariamo i nostri pasti, installando riduttori di getto ai rubinetti, usando lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, riparando i rubinetti che gocciolano, riutilizzando le acque piovane per usi non potabili e lavando le verdure lasciandole a mollo anziché utilizzando l’acqua corrente;
  • Mangiare (più) locale: acquistando alimenti stagionali e quanto più possibile a km-zero, che sono naturalmente meno water-intensive (ovvero l’acqua utilizzata lungo l’intero ciclo produttivo è minore in termini di ettolitri per kg di prodotto);
  • Fare attenzione all’efficienza dell’impianto sanitario: riparando eventuali perdite nelle tubature dell’acqua e degli scarichi, svuotando le fosse settiche piene e segnalando lo scarico dei fanghi;
  • Smettere di inquinare: evitando di gettare rifiuti alimentari, oli, medicinali e/o sostanze chimiche negli scarichi;
  • Partecipare alla pulizia dei fiumi, laghi, zone umide o spiagge vicino a noi;
  • “Fare pressione”: scrivendo ai politici eletti a livello locale e regionale per migliorare la gestione delle risorse idriche sul nostro territorio;
  • Infine, fare la nostra parte per condividere il messaggio della Giornata mondiale dell’acqua 2023, organizzando o partecipando ad uno degli eventi promossi durante questa giornata (anche online) e condividendo tramite i nostri social report, immagini, e video riguardanti questa delicatissima problematica.

Se ci impegneremo tutti, nel limite delle nostre possibilità, a mettere in atto queste piccole azioni, potremo davvero “accelerare il cambiamento”.

fonte: Hellogreen

Acqua, la guida – decalogo per risparmiare

Al fine di promuovere il risparmio e la gestione più accurata e accorta dell’acqua, Legambiente rilascia un decalogo, una guida fondamentale da leggere in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2023.

  1. Approvare in tutti i Comuni Regolamenti edilizi con obblighi di recupero, riutilizzo e risparmio dell’acqua;
  2. Introdurre Criteri Ambientali Minimi per migliorare la gestione idrica attraverso gli appalti pubblici;
  3. Infrastrutture e tetti verdi;
  4. Riuso, recupero e riciclo delle risorse idriche;
  5. Ammodernamento della rete idrica per evitare le perdite di rete e gli sprechi.
  6. Efficientare la depurazione delle acque reflue urbane, preziose anche perché riutilizzabili per l’agricoltura;
  7. Innovazione tecnologica per il monitoraggio e la gestione delle reti idriche;
  8. Rifornire i corpi idrici e i loro ecosistemi;
  9. Modularità dei sistemi, garantendo opzioni multiple di risorse, trattamento, stoccaggio, convogliamento, migliorando i livelli di servizio e la resilienza dei sistemi idrici urbani.
  10. Essere preparati agli eventi estremi, coinvolgendo i cittadini nella gestione sostenibile delle risorse idriche urbane e nella sensibilizzazione alla comprensione dei rischi e opportunità.

Ci sono anche dei consigli che chiunque può seguire nella propria vita quotidiana per salvare l’ambiente e risparmiare acqua. Eccone alcuni:

  1. Chiudere i rubinetti mentre ci si lava i denti, si effettua una rasatura o ci si insapona;
  2. Prestare attenzione alle perdite da rubinetti e cassetta del water in casa;
  3. Installare rubinetti areati, che permettono di mantenere la stessa pressione e ridurre allo stesso tempo i consumi;
  4. Attenzione all’acquisto degli elettrodomestici e alle classi energetiche;
  5. Chiudere il rubinetto centrale in caso di partenza o assenza prolungata da casa. Aiuta a risparmiare in caso di perdite ed evita piccoli “disastri” in casa.
  6. Utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie solo se necessario e, se possibile, quando sono a pieno carico.
  7. Riutilizzare l’acqua il più possibile, magari installando un depuratore in giardino per “recuperare” acqua da usare per le piante.

fonte QdS