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A suon di metafore!

Riaffermare l’importanza delle immagini nella comunicazione è decisamente superfluo; a nessuno sfugge la loro rilevanza su un blog, in un post, in un articolo, perché parlano in modo diretto e immediato. Le Immagini a corredo degli articoli vengono utilizzate a complemento di una informazione per attirare l’attenzione del lettore ed indurlo a leggere quanto scritto.

Per questo, come del resto si fa nella redazione del titolo di un articolo, si usano immagini provocatorie, perfette per catturare l’interesse delle persone, per attirare le condivisioni. La provocazione è un tipo di comunicazione proprio perché utilizza un’immagine coinvolgente, in grado di creare visibilità, attirare (o meglio: rapire) l’attenzione del lettore, provocargli un “valore emozione” per farlo concentrare sul contenuto. Le immagini sono solo marginalmente collegate con il contenuto dell’articolo, perché non sono il soggetto principale, ma aiutano a capire in maniera rapida se il messaggio può interessargli.

Quando lo scrittore e imprenditore statunitense Seth Godin ha creato la famosa Mucca Viola in un mondo tutto marrone, non ha voluto dire che tutte le mucche siano viola: l’essenza della mucca viola è la straordinarietà, rappresenta tutto ciò che emerge dal consueto, che si fa notare, che fa parlare di sé, è la novità che suscita interesse.

Oggi non si ha molto tempo o voglia di prestare attenzione a tutto ciò che si pubblica in un sito: ci vuole quindi una Mucca Viola, un qualcosa che sia straordinario, inatteso, provocatorio, magari di un’immagine che risalti su tutto il resto e arrivi dritta al cervello del potenziale lettore. L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione del lettore appena vede ciò che si è postato ed indurlo a fermarsi e a non andare oltre, che nel gergo si dice “fermare lo scrolling compulsivo” dei lettori.

Mutatis mutandis quando per esempio si riporta in un articolo il fatto di un docente che picchia un alunno e si utilizza l’immagine di una maestra manesca, non si vuol certo dire che tutti gli insegnanti siano maneschi, ma solamente che qualcuno lo è realmente e si stigmatizza l’episodio. Similmente se si riporta la sentenza di condanna di un dirigente scolastico che ha negato le ferie ad un docente e si riporta un’immagine autoritaria come quella di uno “sceriffo” non vuol certo dire che tutti i dirigenti scolastici lo siano, ma certamente qualcuno lo è. Generalizzare, “fare di tutta l’erba un fascio” non è corretto e altrettanto fare come lo struzzo quando mette la testa sotto la sabbia significa fingere di non accorgersi di una situazione sgradevole o ignorare un problema.

Intelligenti pauca o si preferisce dictum sapienti sat est.

La redazione