Intervista alla preside dell’Istituto Comprensivo “Ognissanti” di Codogno
Gli alunni troppo alti non riescono a starci, quelli corpulenti hanno maggiori difficoltà a trovare la posizione ma c’è un altro gravissimo problema che incide sulla funzionalità dei nuovi banchi con le rotelle scelti da Lucia Azzolina per le scuole italiane: l’impiego da parte dei mancini.
I ragazzi che utilizzano la mano sinistra per scrivere sono forse i più penalizzati dalla decisione di impiegare nelle classi i banchi con le rotelle. Questo perché il piccolo tavolino sul quale dovrebbero prendere appunti e svolgere i loro compiti si trova sulla destra e non sempre è ribaltabile dalla parte opposta.
Una grave mancanza per delle sedute che, formalmente, non possono definirsi banchi scolastici. È lo stesso commissario Domenico Arcuri a specificarlo nell’allegato 2 del bando d’acquisto, dove vengono definiti “prodotti non ancora classificati, ai fini della normativa UNI EN, nella categoria dei banchi scolastici“. Alla luce di questo, non stupisce che tra le qualità apprezzate (non obbligatorie) di queste sedute ci siano l’appoggio su ruote, il fermo ruote, la variabilità dell’altezza della seduta e del piano di lavoro e la disponibilità in più colori pastello, ma non venga richiesta la clausola per mancini.
Questo aspetto, non considerato dal ministro dell’Istruzione al momento della scelta dei nuovi arredi scolastici, è stato evidenziato da più parti. Sono stati soprattutto i ragazzi, diretti interessati di una scelta fatta da chi conosce poco la scuola, a sottolineare le oggettive difficoltà nell’uso dei banchi a rotelle. Abbiamo contattatato telefonicamente l’Istituto Comprensivo Statale “Ognissanti” di Codogno, una delle città simbolo dell’emergenza Covid. Anche per questo motivo è stata una delle prime a ricevere i famigerati banchi con le rotelle. “Sono arrivati il giorno 28 agosto. Sono arrivati già montati e pronti per essere utilizzati. Sono di plastica dura, di quella plastica presumo tutta a norma e hanno una ribaltina con un braccio montato a destra“, spiega la dirigente scolastica Cecilia Cugini. A lei abbiamo espressamente chiesto le funzionalità di questi banchi anche per l’utilizzo dei ragazzi mancini: “Non può essere spostato a sinistra, la ribaltina può essere spostata fino al centro. Anche io sono mancina, quindi l’ho provato anche io. Il mancino ha non troppi disagi, però qualcuno non lo posso escludere“.
Anche sulla questione rotelle, la dirigente scolastica esprime perplessità sull’utilizzo in classe per ciò per cui sono stati acquistati: “Le rotelle non sono state pensate per venire incontro all’emergenza Covid. Queste sedute vengono chiamate ‘sedute didattiche innovative’, cioè un domani che l’emergenza sarà passata e che non sarà più necessario rispettare il distanziamento fisico di almeno un metro tra un alunno e l’altro, effettivamente questi banchi potrebbero venire comodi per essere spostati per fare i lavori di gruppo, per fare tutte le attività di apprendimento cooperativo“.
Come scritto nel bando, il fermo ruota risulta essere un elemento apprezzato ma non vincolante, pertanto sono state accettate proposte di fornitura di banchi che non lo posseggono, come quelli di Codogno: “Al momento attuale sono posizionati a una distanza di almeno 1 metro l’uno dall’altro e, siccome le rotelle non si possono fermare, abbiamo messo dei segni per terra per delimitare lo spazio di manovra di questi banchi“. La dottoressa Cugini, poi, aggiunge: “La misura è standard, sono banchi che noi abbiamo pensato per la scuola secondaria di primo grado, quindi i ragazzi di una scuola media“. Quando le chiediamo se ci potrebbero essere difficoltà per ragazzi “fuori standard” per quanto riguarda l’altezza, Cecilia Cugini ammette che “si devono abituare un po’ effettivamente“. Opinioni simili giungono da un istituto di Cagliari, dove i banchi a rotelle sono arrivati in alcuni istituti superiori. “Sono piccoli e fragili“, riferisce il personale scolastico. Nell’Istituto Comprensivo Ognissanti di Codogno i banchi con le rotelle sono stati richiesti per un numero ridotto di classi, “su 24 classi che abbiamo li abbiamo ordinati per 9, gli altri usano i banchi monoposto, laddove avevamo la possibilità di mantenere gli spazi e le distanze li abbiamo confermati“.
Le parole della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Codogno, semmai ce ne fosse bisogno, trovano conferma nella lettera di una studentessa pubblicata da La Stampa: “All’ inizio non ho pensato al fatto che sarebbe stato scomodo. Per capirlo è bastato dover prendere un appunto con un piccolo quaderno. Una volta appoggiato, c’ era spazio giusto per la penna e la mascherina. Non so come farò quando dovrò tenere sul banco mobile un libro o il dizionario“. Anche lei, si sofferma sul problema dei mancini e delle ruote senza il freno: “La mia amica mancina sta ancora più scomoda di me. Le ruote della postazione si muovono liberamente, e la cosa è fastidiosa. Ovviamente al primo cambio dell’ ora alcuni miei compagni maschi hanno fatto una gara di autoscontri“.
da Il Giornale – Francesca Galici – 17/09/2020