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Snals - Segreteria Provinciale Milano

SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO LAVORATORI SCUOLA

Quali ristori per gli studenti?

Pedagogisti, psicologi, pediatri, insegnanti, genitori sono concordi nel sostenere i danni gravi che la didattica a distanza sta facendo per bambini e adolescenti. Sul piano dell’apprendimento, della socializzazione, della tenuta emotiva hanno perso oltre un anno di scuola, un tempo importante per la propria formazione personale e culturale.

A differenza dei danni economici, i costi sostenuti dalla generazione dei giovani sono meno quantificabili. Sono costi immateriali, cioè sono costi vivi. In nome dell’urgenza, della salute, della sopravvivenza economica, gli studenti hanno accettato di stare in casa durante la prima ondata. Lo hanno fatto in modo irreprensibile e diligente.

Ma nella seconda ondata, stanno protestando a più riprese, in modo cortese, gentile, “distanziato”, ma non meno deciso. A Roma (ma non solo) gli studenti si presentano nei cortili, nelle piazze e nei parchi con i computer per ribellarsi contro la didattica virtuale e lo fanno distanziati, con le mascherine, e i gel igienizzanti.

I docenti e i dirigenti scolastici hanno dato fondo alla loro creatività organizzando il coordinamento degli ingressi, l’uso degli spazi, la rotazione, ma si sono scontrati contro il problema dei trasporti, che regione e governo non hanno mai affrontato. Ne sono usciti impotenti, stravolti e disperati. Ma, come i loro studenti, non si rassegnano.

La reclusione degli studenti non è a costo zero. Siamo il paese con uno dei tassi di abbandono/dispersione scolastica più alti e abbiamo il record dei Neet (adolescenti senza lavoro né formazione). Il paradigma della resilienza fondato sull’inevitabilità (si agisce resistendo quando è inevitabile farlo) è parente del paradigma del ripristino. Entrambi puntano alla catastrofe educativa e formativa, una pandemia culturale senza precedenti.

Il governo ha previsto i ristori per le categorie economico sociali, ma non per gli adolescenti. Ristoro significa apporto di nuovo vigore, di benessere, ma anche consolazione, conforto.

I nostri bambini e adolescenti tornando a scuola dovrebbero trovare i loro ristori. Insomma dovrebbero trovare una scuola nuova di zecca, dinamica, magnifica e pronta ad accoglierli. Da dove cominciare? La creatività si avvale sempre di una visione. Che scuola vogliamo per il futuro? I ragazzi richiedono una scuola che prepari alla vita sia nei suoi momenti più duri che nelle straordinarie opportunità di crescita e di realizzazione.

Gli adolescenti vogliono imparare a essere felici, a sviluppare il proprio talento, a trovare la propria vocazione. Vogliono sapere come costruire relazioni benefiche di amore e di amicizia, di collaborazione e solidarietà, di condivisione e convivenza. Una scuola che risponde a queste esigenze può innovarsi partendo dalle relazioni umane che fanno il contesto scolastico.

La scuola fondata sul concetto di gregge da addomesticare con premi e punizione deve essere chiusa, definitivamente. Al suo posto, può nascere una scuola dove le relazioni sono fondate sul rispetto e la valorizzazione delle potenzialità di ogni studente e di ogni insegnante appassionato e competente.

Classi fino a 15 persone, nuovo personale docente, abolizione dei voti e delle bocciature, ciclo unico fino a 16 anni, laboratori, palestre, campi di sport, piscine, aule rinnovate, pulite e sicure, occasioni moltiplicate di socializzazione per i ragazzi (ci aspettiamo tante gite per vedere il mondo) e di formazione per gli insegnanti: non sono utopie irrealizzabili per uno dei paesi più ricchi del mondo.

La Giocosa, si chiamava così la casa-scuola fondata nel Rinascimento da Vittorino da Feltre, i Ginnasi erano le scuole nell’antica Grecia che inventarono sport e filosofia nei giardini e nei campi di gioco, Humanitas era l’umanesimo dei latini che vedevano nella cultura la possibilità di crescere buoni e felici. Una visione nuova ha bisogno di radici antiche e la nostra cultura ne è ricchissima. A volte per innovare la vita, basta riprendere in mani i vecchi libri e rileggerli insieme.

HUFFPOST – Luca Stanchieri, direttore della Scuola Italiana di Life & Corporate Coaching